22/01/2008: Resoconto della riunione dei lavoratori e delle lavoratrici dei call center, tenutosi a Milano il 10 gennaio


Il 10 gennaio, presso la sede della Cub di Milano, si è svolto il primo incontro fra lavoratori/trici, delegati/e di alcuni call center di Milano e Torino. Erano presenti colleghi/e da: Comdata (call center di Torino), E-Care (Cesano Boscone, Milano), Esternalizzati/e Wind (Sesto San Giovanni, Milano), Europe Assistance (Milano), Omnia service (Milano), Telecom (Milano). Erano presenti anche esponenti della FLMU-CUB, dell'ANLE e avvocati di San Precario che stanno seguendo, in particolare, la vertenza Wind.
Oltre ad aver scambiato le rispettive esperienze, i partecipanti, partendo dalla consapevolezza che la precarietà oggi è insita nel contesto economico nel quale viviamo, hanno messo al centro della riflessione le nostre condizioni, di lavoro e di vita. Fra una miriade di aziende grandi e piccole, delle TLC, ma anche dei servizi, è necessario ora scavalcare il settorialismo e individuare i punti unificanti di un possibile movimento di lotta nazionale nei call center.
Le intenzioni del percorso che si apre con questa riunuione sono quindi di individuare obiettivi concreti sui quali aggregare le realtà di lotta e i singoli lavoratori e lavoratrici per difendere i nostri diritti e contro tutte le esternalizzazioni.
Obiettivi che si tramutino in punti di una possibile piattaforma di lotta che, oltre all'odioso fenomeno delle esternalizzazioni, affronti anche i nodi del salario - sia esso diretto, sia indiretto - dei ritmi di lavoro, della flessibilità anche territoriale e della salute (stress, malattie professionali al metacarpo, all'udito e alla voce), e che, combattendo anche la falsa cultura che vuole far convergere gli inressi dei lavoratori con quelli delle aziende o delle commesse, costruire le condizioni che portino al più presto a una giornata di lotta nazionale dei lavoratori e delle lavoratrici dei call center. Un obiettivo ambizioso ma che, ne siamo consapevoli, può bloccare tutto il Paese, perchè ormai tutte le aziende sviluppano parte della propria comunicazione, organizzazione, decisione, vendita, ecc. attraverso i call center.
Da un punto di vista legale, importante è stato il contributo dell'ANLE sulla possibilità di imbastire cause legali contro l'interposizione di manodopera, quella situazione, cioè, quando l'appaltatore assume formalmente dei lavoratori che di fatto risultano alle dipendenze del committente, senza che quest'ultimo, stavolta illecitamente, si assuma gli oneri e gli obblighi derivanti dalla stipulazione di un contratto di lavoro.

La riunione si è chiusa con i seguenti passaggi operativi:
L'avvio di un lavoro d'inchiesta da sviluppare in ogni azienda, che evidenzi anche il rapporto che c'è fra la reddività delle aziende stesse e il grado di sfruttamento dei lavoratori, che porti alla stesura di un dossier inteso sia come strumento di controinformazione verso i lavoratori e verso l'esterno, sia come strumento che favorisca le lotte già in piedi e che possa contribuire a costruirne delle altre, e a raccordarle;
La stesura di un appello a sostegno della vertenza degli esternalizzati Wind e Vodafone, da far girare e sottoscrivere a più colleghi possibili (ma anche ad altri lavoratori);
La formazione di una delegazione per l'assemblea nazionale del 2 febbraio, dove riportare il lavoro che stiamo facendo e confrontarci con le altre esperienze cittadine e regionali.

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