27/03/2008: Consequenzialità. Aggiornamenti da Nuoro


Gli eventi accadono. Quando proprio non ce lo aspettiamo, gridiamo al miracolo. Quando non vorremmo, urliamo alla sfortuna. Quando sono come ce li aspettiamo, pensiamo che siamo stati bravi a prevederli. A volte però tra i nostri desideri e i nostri pensieri c’è una piccola discrepanza: sembra quasi che essi non si vogliano mettere d’accordo per farci felici.
Così accade di ritrovarsi un giorno a dover fare i conti con la realtà, e a prendere atto che, ancora una volta la ragione, la cruda e lucida analisi razionale ha centrato il bersaglio, mentre ancora le passioni ci illudevano. Accade così di dover un giorno salutare…
Ieri, dopo che la cassazione ha confermato l’impianto accusatorio del P.M. Deangelis nei confronti della compagna Antonella, la Digos al gran completo (o quasi) si è presentata (prima a casa della sorella, che “come di rito” è stata perquisita e poi a casa della nonna dove in quel momento si trovava) per arrestarla. Antonella è stata condotta in questura per l’espletamento delle formalità del caso, e poi condotta a Badu ‘e Carros, dove, salvo complicazioni dovrebbe essere trattenuta solo qualche giorno. Il suo difensore infatti ha già presentato l’istanza di concessione degli arresti domiciliari cui seguirebbe quella di concessione della libertà o quantomeno dell’affidamento ai servizi sociali.
Ciò che la ragione ci ha sempre detto quando analizzava l’andamento del processo per l’attentato (fallito o meglio non configurabile come tale nei termini e con i mezzi oggetto di ricostruzione da parte del P.M. Deangelis) era questo: non sono solo stati creati i colpevoli di un reato, ma si sta semplicemente ponendo un primo postulato di un teorema. Ragion per cui, al di là delle prove oggettive, che lo Stato attraverso i suoi rappresentanti dice essere le sole su cui si è basato nella conduzione di questo vergognoso (per la Giustizia) processo, potevamo essere sicuri che, per usare una similitudine venatoria “il cane non avrebbe mollato l’osso, sia per non essere sopravanzato nel branco, sia per non incorrere nelle ire del padrone in caso di perdita della preda”.
E così è stato: umiliato dal giudice che ne aveva disposto la scarcerazione, il P.M. Deangelis ha atteso a lungo prima di poter avere la sua rivincita, e rinchiudere di nuovo la compagna Antonella. Certo, la sua reclusione sarà breve, ma questo soprattutto per un fatto (e qui è la sola Ragione che parla): il primo postulato è stato assunto come assioma. Ora è tempo di dedicarsi ai corollari che da questo primo postulato derivano e aprire la stagione di caccia al rivoluzionario o al terrorista.
Il cosiddetto Teorema Pisanu è valido (ed ora, per la Sardegna, è stato pure fondato) in tutto il territorio nazionale e per i prossimi 30 anni e serve per colpire non solo Comunisti, Anarchici e Indipendentisti, ma anche la critica e il dissenso politico-culturale e la semplice disobbedienza o la non adattabilità. Infatti quando una classe dirigente e dominante non è più in grado di indicare alle classi subalterne un nemico da sconfiggere o una minaccia da affrontare, gioco forza disvela se stessa come unica vera minaccia e come unico vero pericolo per la vita e la felicità dei subalterni.
Qualunque tentativo di mettere in discussione il Diritto (così si diceva nel medioevo) di occupare posizioni sociali predominanti da parte di soggetti e gruppi che, palesemente corrotti e incapaci, continuano a saccheggiare, assassinare e distruggere la società, viene considerato come il più efferato dei crimini e punito con la ferocità più assoluta. E questo odio verso “chi non vuole stare al suo posto” si trascinerà generazione dopo generazione finché non verrà definitivamente messo a tacere dal crogiuolo della Giustizia Sociale e della Rivoluzione.

E sigo sempre gai e mai mi rendo,
e cando bat bisonzu mi difendo.

Comitato permanente contro la repressione - Nuoro

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