10/06/2006: Lettera dei detenuti della sezione E. I. V. di Palmi (RC)


Tutta la sezione E. I. V. (Elevato Indice di Vigilanza) di Palmi da alcuni giorni pratica lo “sciopero del vitto dell'amministrazione" in segno di protesta verso una serie di violazioni dell'ordinamento penitenziario.
Si riporta una lettera inviataci a firma di una parte dei detenuti E. I. V..

Il circuito E. I. V.
Il DAP (Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria) esclude formalmente, nero su bianco, che il regime detentivo in questione precluda al detenuto i benefici previsti dalle leggi dello Stato. La stessa affermazione è contenuta in una decisione della Corte di Cassazione, secondo cui il regime E.I.V. non incide sui diritti soggettivi dei detenuti e non è perciò impugnabile davanti al Tribunale di Sorveglianza né davanti alla Cassazione stessa (impugnazione prevista, invece, per il "41 bis"). Non si è mai visto un detenuto "classificato" EIV che, pur in presenza dei requisiti di legge (recupero sociale, buona condotta comprovata etc.), sia stato ammesso ai benefici penitenziari. E’ di fatto uno strumento simile al 41 bis che può bloccare, in modo del tutto arbitrario, la concessione dei benefici penitenziari a qualunque detenuto, con la differenza che mentre per il 41 bis (almeno teoricamente) è possibile chiedere il controllo di un Tribunale, per regimi come E.I. V. nessun ricorso è permesso, anche perché l’applicazione del regime E. I. V. dipende solo ed esclusivamente da un ufficio specifico del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria e non è sottoposto a controlli e giudizi del Magistrato di Sorveglianza, se non richiedere la cosiddetta declassificazione allo stesso Ministero.
Nonostante il sollecito della Corte Costituzionale affinché venga istituito un organo di tutela giurisdizionale a distanza di 7 anni l’unica proposta di legge è ferma in Commissione Giustizia.

Riassumendo, il circuito E. I. V. produce una situazione di grave lesione dei diritti dei detenuti in quanto:

- è stato istituito con una circolare che risulta contraddittoria tra premessa e testo (si vogliono evitare commistioni tra criminalità mafiosa ed eversiva, salvo poi prevedere eccezioni che di fatto sono diventate regola);
- l’istituto dell' E. I. V. viene applicato con modalità che violano la regola che prevede la separazione tra condannati e giudicabili;
- non è possibile impugnare la declassificazione perché non esiste un criterio chiaro (a riguardo citiamo la sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani dell'11/1/2005 n. 33695/96);
- spesso determina un'ingiustificata assegnazione a carceri lontane dalle famiglie e dal proprio difensore anche se ancora giudicabili;
- determina una disparità di trattamento nel regime interno (offerte trattamentali, agevolazioni per contatti con i familiari, possibilità di studio e/o lavoro ecc.) da quello attuato nelle sezioni di Alta Sicurezza al quale le circolari del DAP rinviano come modello organizzativo cui attenersi;

Data l'evidente commistione tra detenuti condannati per criminalità mafiosa ed eversiva (codetenuti nel circuito E. I. V.) appare superfluo mantenere in essere il suddetto circuito potendo essere assorbito dal circuito A.S.

Il carcere di Palmi: problemi e carenze
In primo luogo vogliamo sottolineare la mancanza assoluta di corsi formativi, professionali o scolastici superiori (solo un corso di terza media) anche se richiesti inoltre, non esistono associazioni di volontariato che espletano la benché minima attività all'interno della struttura. Presenze, quest’ultime, necessarie per permettere ai detenuti di assimilare modelli di vita positivi e alternativi a quelli che ci hanno portato in carcere e per poter attivare iniziative di carattere culturale che elevano lo spirito, dell'uomo. Inoltre, libri, quotidiani e riviste dovrebbero essere conteggiati a parte dei 20 kg concessi mensilmente invece...
Il problema del sovraffollamento determina una pena ulteriore insostenibile per i detenuti con fine pena lunghi rendendo impossibile qualsiasi tipo di trattamento risocializzante e d'altra parte si acuiscono situazioni di tensione tra i detenuti stessi.
Il regolamento interno necessita di un aggiornamento in base al D.P.R. 230/2000, in particolare: gli orari della doccia, attualmente fissati fino alle ore 13.00, impediscono attività sportive pomeridiane. L’attuale regolamento, inoltre, non favorisce i contatti con le famiglie (attualmente c'é solo il venerdi come giorno di colloquio per i detenuti E.I.V. ed un qualsiasi imprevisto come uno sciopero dei treni o una lunga coda in autostrada impedisce lo svolgersi del colloquio settimanale penalizzando, di fatto, anche i familiari, quest’ultimi, inoltre, spesso sono costrelti ad attendere il loro "turno" sotto il sole dato che la sala colloqui é in comune con i detenuti "comuni”). Non esiste un"'area verde" o un locale attrezzato per i colloqui con i minori. E’ completamente assente dal regolamento una politica che agevoli lo studio e il lavoro (sanciti sia dalla Costituzione che dall'O.P.) elementi essenziali per favorire il processo di rieducazione e risocializzazione del condannato. Infine il problema delle "traduzioni". L'importanza della "territorialità della pena" non può essere trascurata. La distanza che separa i detenuti dal luogo del processo é insostenibile spesso si é costretti ad affrontare viaggi di 8/12 ore in furgoni blindati dove all'interno sono situate "gabbie" di dimensioni non adeguate ad una "persona di dimensioni normali", ad ogni frenata o buca vibra tutto con un rumore metallico assordante e si batte la testa alla gabbia... il detenuto viene chiuso a chiave e ammanettato... e in caso di incidente stradale? Come può essere soccorso se ammanettato ed ingabbiato?

Giugno 2006
Alcuni detenuti della sezione
EIV del carcere di Palmi

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