29/04/2008: Immigrate/immigrati in Europa: sciopero della fame


Sin dal luglio 2007 in parecchi campi di internamento nei diversi stati europei hanno avuto luogo scioperi della fame di immigrate e immigrati contro le gravi violazioni dei diritti umani all’interno di questi campi; mobilitazioni di questo tipo sono avvenute in Austria, Francia, Belgio e Spagna… qui seguono resoconti da questi ultimi due paesi.

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Sciopero della fame in Belgio: regolarizzazione o morte
Dal dossier "Benvenuti" gli altri europei, di Giovanni De Paola da Bruxelles, 14/3/2008

150.000 immigrate e immigrati a Bruxelles chiedono la regolarizzazione. Tutte e tutti si trovano in Belgio almeno da 10 anni e vogliono essere cittadini, ai quali spettano tutti i diritti usuali. Il loro metodo di lotta: lo sciopero della fame.
“Regolarizzazione o morte”, questo è l’ultimatum dei 150.000 immigrati/immigrate, sans Papier [senza permesso di soggiorno] che hanno occupato l’edificio al numero 91 della rue Royale di Bruxelles.
Dall’inizio di gennaio di quest’anno si trovano in sciopero della fame. La rue Royale è una delle strade principali della metropoli europea e collega il palazzo di giustizia alla chiesa gotica, con l’ingresso barocco, di Sainte-Marie.
I sans Papier chiedono di uscire dalla clandestinità, da qui, dal centro dell’Europa, chiedono la regolarizzazione del loro status.
Sono sudamericani, africani e asiatici. Sulla base del diritto all’istruzione per tutti coloro che vivono in Vallonia, nelle regioni fiamminghe e della capitale, da almeno due anni, che si tratti di residenti regolari o no, tutti i bambini dei sans Papier vanno a scuola. Al contrario di tanti adulti costretti a lavorare in nero e a vivere in modo precario e misero, i bambini parlano speditamente fiammingo e francese.
Anche se si passa casualmente lungo rue Royale non è raro incrociare un’ambulanza con le sirene accese. Verosimilmente un immigrato necessita di soccorso medico, perché notevolmente indebolito dallo sciopero. Il dottore che ha in cura i sans Papier di rue Royale è in costante allarme. Da due mesi la fame assorbe le sostanze. I sans Papiére hanno messo in conto di morire, in quanto non possono fare nient’altro. Hanno occupato questo edificio, perché alla criminalità preferiscono questa strada. Rischiano di morire nell’attesa che il governo disponga la regolarizzazione.
Dopo 9, 10, talvolta addirittura 14 anni di soggiorno in Belgio chiedono di non doversi più nascondere, chiedono di diventare cittadini belgi e di poter camminare a testa alta. Chiedono di avere di fronte alla legge gli stessi diritti di tutti coloro (e non sono pochi) che alla fin dei conti non amano questo paese e ne desiderano l’immediata suddivisione.

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Spagna: sciopero della fame nel campo di internamento di Aluche (Madrid)
Resoconto http://www.masvoces.org

Nel centro di internamento per stranieri [iniziali in spagnolo, CIE] di Aluche, in cui gli immigrati possono essere chiusi per 40 giorni, in attesa del “rimpatrio”, il 7 aprile sono entrati in sciopero della fame. In questo modo si difendono contro il trattamento inumano a cui sono quotidianamente sottoposti. Oltre a ciò vogliono dare sostegno alla manifestazione in preparazione per sabato prossimo davanti al CIE; hanno fatto appello ai comitati antirazzisti allo scopo di rendere visibile e più cosciente la situazione all’interno del centro. I prigionieri sono riusciti a comunicare via telefono con il Red Ferrocarril Clandestino e con il Bureau per i Diritti Sociali Patio Maravillas, di essere entrati tutti in sciopero della fame, perché il trattamento non è così come dovrebbe essere: benché la gran parte dei prigionieri sia ammalata, nessuno riceve visite mediche e neppure medicinali. “Loro (le guardie) si comportano con noi nelle maniere peggiori, come fossimo criminali”. Dall’altra parte del telefono descrivono casi concreti, in cui sono stati particolarmente colpiti prigionieri di origine africana: “Un uomo di colore è stato picchiato nella parte bassa del corpo, adesso sta molto male. A un altro, un marocchino, hanno quasi spezzato un piede. E’ ammalato e lo tengono isolato in cella, come fosse in punizione…”
Gli immigrati nel CIE di Madrid hanno lanciato un appello insistente al mondo esterno, anche perché temono rappresaglie da parte della direzione. Subito dopo l’appello il direttore del centro ha richiesto l’intervento di unità antisommossa. A Madrid si è sviluppata una reazione con una manifestazione davanti al parlamento per la chiusura delle “Guantanamo europee”.

Anche le immigrate e gli immigrati in libertà vengono sottoposti a pesanti repressioni
Il 4. aprile i membri del Sindicato Obrero Immigrante (SOI) sono entrati nel terzo mese di sciopero della fame.
A portare avanti lo sciopero sono rimasti in 33. Parecchi scioperanti fin dall’inizio sono stati minacciati di espulsione o gli è stato fatto capire che “si sarebbero creati dei problemi con le autorità competenti se fossero rimasti nel SOI”. Già in febbraio 12 scioperanti erano stati arrestati e uno di loro espulso, deportato, per cinque anni non potrà mettere sul territorio spagnolo. Continuamente vengono compiuti rastrellamenti contro le persone di colore. Membri del SOI sono dovuti fuggire da una pensione e cercare riparo in abitazioni private. A loro è stato vietato di tenere manifestazioni e tavoli informativi con l’argomento “queste manifestazioni mettono in pericolo la sicurezza pubblica”. Al portavoce del SOI, che doveva essere interrogato da un giudice è stata rifiutata la nomina dell’avvocato di fiducia, potrà essere "difeso" soltanto da un avvocato d’ufficio.
Ciononostante il sindacato degli immigrati è riuscito ad avere colloqui con diversi organismi economici e politici fra i quali l’Unione dei Piccoli Agrari, il sindacato UGt, dei delegati sindacali della scuola dell’Andalusia. Il 10 aprile il SOI è persino riuscito a tenere una conferenza stampa alla quale erano presenti diversi media. La televisione ufficiale gli ha dedicato appena tre minuti e censurati.
Siccome gli scioperanti del SOI non dispongono più di nessuna entrata, hanno dovuto e devono fare a meno di tantissime cose; in certi giorni “non hanno null’altro da mangiare che riso”.
Il SOI si coordinerà con lo sciopero generale pianificato dagli immigrati negli USA nel quadro delle manifestazioni del 1. Maggio.

Per info: sindicato.soi@gmail.com

Resoconti tratti da indymedia 19/4/2008

http://www.autprol.org/