12/05/2008: Comunicato uscito dall'assemblea antifa di mercoledì sera a Monza (FOA Boccacio)


CALCI E PUGNI???
La morte di Nicola a Verona è ormai un fatto noto che ha avuto grande risalto su tutti i media. Mezzi di informazione che inizialmente hanno avuto un approccio tiepido, riflesso della gestione tenuta dalle forze dell'ordine, carabinieri e digos, i quali hanno impiegato quattro giorni per individuare gli assassini, già segnalati per pestaggi simili nella tele sorvegliata Verona, e che non sono poi "riusciti" ad arrestarli: infatti ben 3 su 5 si sono costituiti beneficiando così in prospettiva di sconti di pena. Immediata invece tra noi la sensazione di avere chiaro cosa era successo:

IL 1 MAGGIO 2008 A VERONA 5 NEOFASCISTI HANNO AMMAZZATO UN RAGAZZO
È chiaro che si tratta di un OMICIDIO POLITICO. Non è una morte procurata da un violento pestaggio del cosiddetto branco di 5 ragazzi ventenni della "Verona bene" scaturito da "futili " motivi, come si cerca di fare credere, ma è il risultato di un clima alimentato da veri e propri imprenditori politici dell'intolleranza e della violenza. Le campagne orchestrate sulla sicurezza che 'spacciano' insicurezza per limitare le libertà personali e collettive hanno come pilastro la lotta contro chi è diverso, qualunque sia la differenza. Allora aggredire un ragazzo per strada per il suo abbigliamento o assaltare sedi politiche e centri sociali o fare raid ai concerti o ai campi nomadi è la pratica tollerata e legittimata per frange sempre più estese.
Il problema di Verona non è se i componenti siano organici ad organizzazioni neo fasciste o naziste ma che con esse condividano lo stesso terreno politico, gli stessi luoghi e le stesse pratiche. Anche se emerge che proprio uno degli assassini si è presentato alle elezioni comunali per Forza Nuova dove il candidato sindaco è quello stesso Roberto Bussinello che, come avvocato, è oggi vergognosamente attivo nel difendere i neofascisti insistendo sui risultati dell'autopsia che renderebbe, secondo lui, meno gravi le loro responsabilità.
Per l'omicidio hanno arrestato cinque infami che alle spalle hanno aggredito tre ragazzi. Sono giovani neo fascisti veronesi riconosciuti. Probabilmente per questo assassinio "pagheranno" con qualche anno di carcere, al di là dei proclami del sindaco Tosi, messo alle strette per le sue vicinanze politiche con ambienti della destra veronese e costretto a fuga in avanti, invocando condanne esemplari, mentre tace su anni di connivenza con gli ambienti xenofobi e fascisti. I magnaccia e protettori politici che hanno legittimato e difeso negli anni la destra veronese, in tutte le sue componenti, non saliranno sul banco degli imputati. Accusare loro, inchiodarli alle loro responsabilità è un nostro dovere. Esistono infatti zone grigie dove si confondono e si incontrano soggetti apparentemente diversi tra loro: pezzi delle istituzioni, personalità politiche, gruppi neofascisti, che condividono un orizzonte comune di discriminazione ed intolleranza. Zone grigie che si rispecchiano in alleanze politiche e in cartelli elettorali dove forze fasciste trovano posto, nel più totale silenzio e nell'indifferenza.
Indifferenza anche delle forze della sinistra (?) istituzionale. Per questo ci fanno schifo le dichiarazioni di Veltroni che nella Roma, di cui è stato a lungo sindaco, teatro di ripetute aggressioni squadriste, coltivando una politica di equidistanza e quindi di connivenza, vorrebbe oggi condannare i neofascisti. Ipocrita il suo atteggiamento che specula sulla morte di un ragazzo. Schifo anche per le parole del neo Presidente della Camera Fini che definisce più grave il fatto di bruciare una bandiera in nome di un dissenso politico che l'assassinio di un ragazzo. Tra tutte le infamie che vengono alimentate la peggiore è il tentativo di spoliticizzare e minimizzare i fatti. E' un OMICIDIO POLITICO per natura e per matrice, non è stata una rissa o un episodio casuale. E' stata un'aggressione.
È una storia che si ripete tristemente. Come per Dax, a Milano, la versione rimbalzata dai media è quella della rissa tra balordi e noi, i suoi compagni, eravamo dei barbari che volevano sottrarre la salma all'ospedale. Così a Focene, Roma, per Renato... e oggi a Verona per Nicola. Ma anche nel resto dell'Europa, a Madrid per l'omicidio di Carlos, giovane antifascista accoltellato a morte l'11 novembre 2007, la motivazione propagandata dai media era il "bullismo", poi smentita dall'esplicita vicinanza delle formazioni neofascista spagnole con l'assassino. Un riferimento internazionale che mostra lo stesso clima, le stesse dinamiche, le stesse coperture.
I ragazzi uccisi sono ragazzi come noi. Colpiti in nome di un'ideologia e di una cultura volta all'eliminazione del diverso. Una mentalità fondata sulla xenofobia e sull'insicurezza diffusa. Una mentalità frutto di una crisi sociale che, invece di ri-saldare i legami di solidarietà e di unità, vuole dividere, individuando responsabilità in fantomatici nemici da eliminare. Una mentalità in cui l'ideologia fascista trova un terreno fertile per crescere e riprodursi.

Questo è un OMICIDIO POLITICO
Perché è da fascisti picchiare con " CALCI E PUGNI" o pensare "NEL DUBBIO MENA" o " DIFENDI IL TUO SIMILE DISTRUGGI TUTTO IL RESTO", come recitano le magliette diffuse anche a Milano dagli esponenti del circolo Cuore Nero. Colpire il diverso con la certezza che tanto si gode della sostanziale impunità e anche dell'appoggio/silenzio vigliacco e ipocrita di chi assiste alle violenze.
L'omicidio di Verona non è un fatto isolato ma è la punta più tragica di un iceberg fatto di migliaia di aggressioni, attentati e intimidazioni diffuse in tutto il territorio nazionale. Il problema è nostro e nostra deve essere la soluzione del problema.
Di fronte alle aggressioni, da tutte le aggressioni, rivendichiamo il dovere di difenderci, di non farci impaurire e di passare al contrattacco: aumentando la presenza in città e nell'intervento politico; continuando a coltivare la memoria necessaria per contrastare il riemergere di spinte discriminatorie e razziste; costruendo percorsi di partecipazione e reti di solidarietà.
Per questo siamo vicini alla famiglia e agli amici di Nicola, noi che a Milano abbiamo vissuto come loro un omicidio da parte dei fascisti. Per questo saremo al corteo a Verona il 17 maggio partendo da Milano in treno con appuntamento alla Stazione Centrale alle 10 30.

Per combattere il fascismo di strada e il fascismo di regime.
Con Nicola nel cuore

Sab, 10/05/2008

http://www.autprol.org/