23/05/2008: Rovereto: NO ALLE RONDE


Nella mattina di martedì 20 maggio, a Rovereto, una quindicina di compagni hanno circondato il gazebo della Lega Nord di reclutamento per le ronde con due striscioni che dicevano "LA VOSTRA 'SICUREZZA' E' UN'IDEOLOGIA CHE UCCIDE" e "POGROM CONTRO I ROM, RAZZISMO DI STATO, RONDE... ORA BASTA". Negli interventi al megafono si sono ricordati i recenti attacchi ai danni dei Rom, il montante razzismo, il pacchetto sicurezza, ecc., sottolineando la necessità di impedire questa deriva xenofoba prima che sia troppo tardi. Nello smascherare il ruolo servile e vigliacco dei leghisti - zitti contro i morti sul lavoro, contro la precarietà, contro il TAV, ecc., e "forti" contro gli immigrati - i compagni hanno ribadito che le ronde a Rovereto non passeranno mai, dovessero pure impedirle fisicamente. I leghisti hanno chiamato la polizia la quale è giunta in forze (tutte le pattuglie disponibili), assieme alla dirigenza del partito. I compagni sono comunque rimasti in piazza un'altra ora a parlare con il megafono e a volantinare. Buona la reazione di parecchie persone, giovani e anziane, che si sono fermate e hanno espresso la loro indignazione verso il razzismo e la loro solidarietà verso chi lo combatte. Non sono mancati, come è ovvio, gli apprezzamenti alla Lega, ma di firme i "volontari della sicurezza" ne hanno raccolte ben poche... L'importante era spezzare il silenzio e l'indifferenza, spingendo la gente a prendere una posizione rispetto all'abominio montante. Dicendo chiaro e tondo: ci metteremo in mezzo.
Di seguito il volantino distribuito.

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ADESSO BASTA
A proposito delle ronde

E per finire... le ronde! In un clima di vero e proprio delirio securitario, la Lega Nord propone la creazione di ronde per la sicurezza. Il sindaco Valduga si dichiara possibilista: prima armiamo i vigili urbani, in servizio 24 ore su 24, poi vediamo.
Il caso di Rovereto e dintorni è l'esempio di come la cosiddetta sicurezza sia una vera e propria ideologia. Anche se il «tasso di criminalità» in città è ridicolo, si instilla la paura tra la popolazione, in un misto di razzismo e di paranoia.
Distogliendo l'attenzione dai problemi reali (lo stillicidio di morti e feriti sul lavoro, la difficoltà di arrivare a fine mese per via dei salari sempre più bassi e degli affitti sempre più alti, l'aggressione irreversibile al territorio) si continua a far credere che la soluzione per quel che resta della società sia più polizia, più controllo. Non a caso il reclutamento leghista dei «volontari della sicurezza» va di pari passo con la raccolta di firme contro le microaree per i Sinti e per i Rom. A minacciare la nostra sicurezza – questo è il messaggio – sono gli "stranieri". Mentre non si dice nulla sui privilegi e sulla disuguaglianza sociale (si finisce in Parlamento urlando "Roma ladrona"...), il razzismo monta in maniera inquietante, con episodi di veri e propri pogrom (come a Napoli) oppure di caccia al transessuale (come a Roma).
Questo clima, creato con la piena collaborazione della sinistra istituzionale, ha già portato in Italia a leggi razziste, a decreti che vietano di bere e mangiare per strada, ad aggressioni contro gli immigrati, ad incendi di campi nomadi. È la ricetta del sindaco di Verona Tosi e dei suoi amici neofascisti che aggrediscono e ammazzano. Razzismo, violenza contro il diverso, ronde...
Non accetteremo una simile deriva. Non accetteremo alcuna ronda a Rovereto, dovessimo creare, per questo, delle "ronde" antifasciste e antirazziste.
Di fronte a questa ondata di rancore e di xenofobia, non è più sufficiente scuotere la testa o limitarsi alle dichiarazioni culturali. Si tratta di agire, prima che sia troppo tardi. Di mettersi in mezzo. Di battersi per la libertà.

anarchici

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