29/05/2008: Torino - Aggiornamenti CPT


Torino, 28 maggio 2008 - Da contatti all'interno del lager per migranti di corso Brunelleschi veniamo a sapere che la situazione si sta normalizzando. Nonostante un iniziale rifiuto da parte di alcuni reclusi di concedere l'ingresso del personale della C.R.I, questi sono stati successivamente fatti passare per ripulire i resti della rivolta. Molti degli internati hanno interrotto lo sciopero della fame, ma un piccolo gruppo prosegue con questa forma di lotta.
Anche se a riguardo non si hanno notizie precise, pare che attraverso gli avvocati alcuni reclusi siano riusciti a ottenere benefici. Non si registrano nuove ripercussioni o rappresaglie in seguito ai giorni di lotta.
Ricordiamo che Sabato 31 maggio dalle ore 15 si terrà un presidio di fronte al CPT, che si intende far durare fino a sera.

Mer, 28/05/2008 – 20:21
http://www.informa-azione.info/torino_aggiornamenti_cpt

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27/5: Ore 14
Sappiamo che alcuni detenuti in sciopero della fame si sono sentiti male questa mattina e che la Croce Rossa si è rifiutata di visitarli "finché dura la protesta": un ricatto indegno, evidentemente.
Ora pare che la situazione si sia sbloccata.
In ogni caso è una ottima cosa fare circolare questo numero:
011-5588778
è il centralino del Cpt. In tanti hanno telefonato questa mattina per ricordare ai medici i loro doveri di medici e per ricordare alla polizia di guardia che le notizie circolano e che il loro comportamento è sotto gli occhi di tutta l'Italia.
Fate circolare questa mail, la pressione che è stata esercitata questa mattina è servita ed è importante continuare.
I reclusi si aspettano molto dalla nostra solidarietà.

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Aggiornamento Martedì 27/05/08, ore 10
Nel Cpt di corso Brunelleschi la nottata è stata tranquilla. I migranti in lotta sono molto contenti che fuori si ricominci a parlare di "chiudere i Cpt": hanno visto i telegiornali e abbiamo raccontato loro i titoli dei quotidiani di stamattina.
Lo sciopero della fame prosegue, anche se non compatto come ieri: qualcuno ha fatto colazione. La Croce rossa, da brava organizzazione umanitaria quale è, ha posto ai reclusi l'aut-aut: "o smettete tutti di lottare, oppure non vi consegniamo i pacchi che parenti e amici vi stanno lasciando al portone".
Sempre la Croce rossa ha annunciato che comincerà a ripulire le sezioni dai resti della rivolta (materassi, letti, ecc.). In una delle sezioni, però, i reclusi stanno decidendo in questi minuti se farli entrare o meno a pulire.

Stasera ci sarà un presidio lì davanti dalle nove in poi. Dentro lo sanno, e ci stanno aspettando. E a voi che leggete... sembra il caso
di non partecipare?

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Ecco un riassunto di quel che è successo in questi ultimi tre giorni dentro al Cpt di Torino, scritto incollando i brani delle telefonate che abbiamo ricevuto da dentro.

Nella notte tra venerdì 23 e sabato 24 maggio 2008, Hassan muore nel C.P.T. di Torino. Il detenuto aveva la polmonite e nonostante le richieste d'aiuto da parte dei suoi compagni, la Croce rossa non è intervenuta. Dalle testimonianze raccolte è emerso che la Croce rossa utilizza psicofarmaci per "curare" sintomatologie come il mal di testa. Anche in questo caso aveva somministrato ad Hassan psicofarmaci. Chi era nel suo stesso container, quando si è accorto che Hassan ansimava, ha chiesto aiuto ma il medico della Croce rossa ha risposto che non aveva tempo, che lo avrebbe visitato il suo collega l'indomani. Troppo tardi. Hassan è morto.
Inizia così lo sciopero della fame da parte dei detenuti nel C.P.T. di Torino.
Sono stanchi di subire un sistema che li tratta come fossero degli oggetti. Sono esseri umani e protestano per la loro dignità.
Si apprende inoltre, da testimonianze dirette, che un altro detenuto ha tentato la fuga ed è stato ripreso dalla polizia. Il trattamento è stato il solito: calci e botte. Ora ha il mento rotto, la schiena piena di lividi, entrambi i polsi rotti e non riesce a camminare. Pochi mesi prima aveva subito un intervento, quindi le sue condizioni di salute erano già cagionevoli. Portato in ospedale, le guardie dicono ai medici che è caduto da solo tentando di scappare. Poi viene riportato al C.P.T.
La notte tra il 25 maggio e il 26 maggio, i detenuti buttano fuori dai container i materassi, le coperte, le reti, tutto ciò che si trova all'interno delle loro celle. Per i giornalisti televisivi gli immigrati sono ospiti del centro, ma noi sappiamo che dietro la parola ospite si cela il perbenismo mediatico, che offusca le menti e culla il potere.
I detenuti continuano a rifiutare il cibo: sanno che all'interno delle vivande vengono somministrati psicofarmaci. Passano tutta la notte svegli urlando la loro rabbia. Qualcuno tenta un atto estremo snervato dalla condizione in cui si trova, tentando di impiccarsi. Ma i suoi compagni lo soccorrono evitando che il gesto abbia delle conseguenze.
Nella giornata del 26 maggio, il lunedì, lo sciopero della fame continua, il C.P.T. è divenuto il fulcro dell'interesse pubblico e politico. Giornalisti e politici sfilano il loro interesse. I detenuti rifiutano il pranzo. Intanto la polizia ha bloccato la consegna dei pacchi che arrivano dai familiari o dagli amici dei detenuti.
Dopo il dileguarsi degli obiettivi fotografici dei giornalisti e dei politici, le guardie del C.P.T utilizzano la linea dura. Prelevano i detenuti due per volta per interrogarli. Gli immigrati hanno paura di ripercussioni, hanno paura di essere picchiati e le loro paure sono fondate. Hanno paura di essere deportati in Libia dove vengono trattenuti per un periodo imprecisato in carcere, dove vengono picchiati, da testimonianze dirette apprendiamo che in una delle tante deportazioni in Libia, alcuni tunisini sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco dai poliziotti libici, mentre scendevano dall'aereo: loro la "sicurezza" degli italiani la pagano con la propria pelle.
Durante gli interrogatori uno dei detenuti si è denudato e ha minacciato di tagliarsi il ventre, ma i suoi compagni lo hanno trattenuto. Un altro sviene a causa della fame, i compagni chiedono l'aiuto della Croce rossa per l'assistenza medica, ma i medici si rifiutano di entrare a soccorrerlo. Poi chiedono che il detenuto sia avvicinato al cancello, i suoi compagni lo portano fuori e la Croce rossa lo soccorre.
A sera, i detenuti rifiutano al cena e continuano lo sciopero chiedono la libertà e il rispetto della vita umana.
A domani

fonte indymedia piemonte

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Report doppio appuntamento antirazzista di oggi

Alle 17 circa presidio al Municipio per contestare la lega nord, spalleggiata nell'occasione dai giovani di AN. Numeri più o meno pari. Striscioni, slogan, fischi, volantini, interventi al megafono per circa un'ora finche i fasci sciolgono il loro presidio.
Alla sera una dozzina di compagni si radunano in via Ormea 4 per contrastare il dibattito con Carlo Verra, Beppe Fossati e altri fomentatori delle campagne sulla sicurezza (la sicurezza che tra gli altri ha ucciso Hassan dentro il cpt). Tuttavia al dibattito non c'è quasi nessuno, se non gli organizzatori e pochi altri. Volantinaggio, striscione "La vostra sicurezza uccide", intervento al megafono e poi via a respirare aria migliore...

Domani appuntamento ore 21 sotto al cpt, lato corso Brunelleschi.

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25 maggio. Sulla sede della Croce Rossa in via Bologna compaiono alcune scritte che denunciano quanto accaduto nel CPT: "Assassini" e "CRI complice dei CPT". Intorno alle 18 di fronte al centro una sessantina di persone partecipano ad un presidio in solidarietà con i reclusi: urla, battiture e interventi al microfono per circa due ore. Grazie ad un numero di telefono, i solidali si mettono in contatto con i reclusi, che raccontano storie di pestaggi, violenze e psicofarmaci, somministrati non soltanto nel cibo. Nella serata la protesta degli immigrati prosegue con lo sciopero della fame e con la distruzione degli arredi del centro. La polizia non interviene, e resta a guardare.

Ascolta il racconto di un recluso, intervistato da Radio Blackout [8,8 Mb]:
http://www.autistici.org/macerie/?p=5035#more-5035

Guarda le foto della rivolta:
http://www.informa-azione.info/torino_intervista_audio_dal_cpt_in_lotta

http://www.autprol.org/