29/05/2008: Lettera dal carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta)


Ciao, come vedete stavolta sono io che mi affretto a scrivervi, perché dopo tutto quello che vi ho raccontato nell’ultima lettera, non è che si va meglio. Dopo le ultime notizie del 20 aprile 2008 sul dirigente sanitario e su quattro medici, fra i quali lo psichiatra dell’istituto e un ex direttrice, che si sono fatti beccare nel loro “losco procedere”, vi racconto un poco della nostra via crucis.
La visita medica si effettua tutti i giorni nel pomeriggio e il medico si limita a sentirti e a scrivere, qualche volta, senza neanche guardarti, il più delle volte ti prescrivono dei farmaci che dobbiamo acquistare con soldi nostri, in quanto l’ASL non li fornisce. Ti fanno riempire il modulo d’acquisto, in ogni caso però i medicinali non arrivano mai per tempo. Per esempio. Una compagna viene sottoposta ad un trattamento ormonale per 10 giorni al mese; in proposito ha fatto quattro richieste d’acquisto di medicinali che però non sono arrivati. Sapete quale è stata la risposta alle sue rimostranze? “Ci sono troppe domande d’acquisto”. E nei casi dei nullatenenti, vengono prescritti farmaci, ma se non hai i soldi la cura non la farai mai, perché l’ASL o il DAP “non hanno gli stanziamenti” per le medicine. Se hai bisogno del dentista bisogna tener presente due o tre cose: noi siamo in una costruzione annessa all’infermeria in un palazzo adiacente al maschile. Per noi c’è a disposizione uno stanzino che lascia a desiderare, primo in quanto non viene rispettata nessuna regola della legge sulla privacy e poi perché è poco pulito. Il dentista per tutto ciò si deve spostare dall’infermeria vera e propria all’edificio dove siamo noi. Immancabilmente ti risponde: “non ho portato gli oggetti per lavorare. In questo modo perdi la visita e devi tornare da capo, per sentirti dare, successivamente, la stessa risposta. Quando hai bisogno di una protesi, come tante qui, e non hai i soldi, ti rispondono, parole testuali dell’ex dirigente sanitario: “senza soldi non si può fare niente. In questo modo, per esempio, è stata chiusa anche la mia cartella clinica. E io avvilita, me ne sono andata con un sentimento di umiliazione e rabbia, che tu non immagini.
Per finire, venerdì scorso è venuto l’educatore. Una quindicina di noi siamo andate a colloquio con lui, ci ha detto che non sapeva dare risposta alle nostre domande. Esempio: volevo fare il modulo AS per la convivenza, lui non sapeva darmi nessuna indicazione relativamente al punto della mia nazionalità. Il mio caso era un poco complicato: sono 16 anni che sono sposata, prima avevo il soggiorno attenuato dalla legge Martelli” (1990), nel 1999 sono tornata in carcere.
L’ultimo permesso di soggiorno è scaduto l’ottobre del 2001 e nessuno mi sa dare una risposta. In questo carcere non esiste l’ufficio di polizia, né un mediatore culturale né un consulente giuridico. A questo punto non so se siamo su un altro pianeta o se S. Maria Capua Vetere ha una giustizia a parte.
Scusatemi il mio italiano non ancora tanto buono. Vi con forza, viva la libertà.
“El pueblo unido jamas sera vencido”
Saluti a Juan e a Marco, pure a Ivano, l’amico della Sardegna, compagno di Antonella Lai.

18 maggio 2008

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