07/06/2008: NO ALLE LEGGI RAZZIALI


Si sono svolti oggi a Milano due dei processi per i quali i Pubblici Ministeri avevano richiesto l’applicazione dell’aggravante di clandestinità prevista dal recentissimo decreto legge del 23 maggio 2008. Altri due processi sono stati invece rinviati alla seconda metà di giugno.

Nel primo processo, quello ad un ragazzo cileno a cui erano contestati il reato di resistenza a pubblico ufficiale e danni aggravati, il giudice, Oscar Magi, ha ritenuto fondata l’eccezione di costituzionalità posta dalla difesa per “l’irragionevolezza del provvedimento frutto di una politica emergenziale”, rigettando però l’istanza poiché ritenuta irrilevante nel merito del processo – dal momento che il reato contestato prevedeva già un’aggravante. L’imputato ha patteggiato 6 mesi di pena con la sospensione perché incensurato.

Nel secondo processo, invece, quello di un marocchino a cui veniva contestato il reato di spaccio (1 grammo di cocaina), il giudice Ilaria Fredi, vicina a Magistratura Democratica, ha motivato il rigetto dell’istanza di incostituzionalità posta dalla difesa (art. 3) sostenendo che, anzitutto, si trattava dell’applicazione di una legge e quindi di “scelte politiche legislative non sindacabili”. Scelte politiche che, inoltre, ha ritenuto fondate: la clandestinità non sarebbe una condizione oggettiva ma una “scelta consapevole” dello straniero, equivalente alla latitanza e alla recidività.

Nella sentenza, però, l’aggravante non è stata applicata perché il giudice ha considerato prevalente l’attenuante della lieve entità. L’imputato è stato condannato a 8 mesi di carcere e 2.000 euro di multa senza sospensione della pena considerati i precedenti.
Notiamo come per ora i giudici si siano nascosti dietro questioni tecniche per evitare di "sporcarsi le mani", per un verso o pe l’altro, senza però prendere una posizione netta. A questo proposito vogliamo ribadire che di fronte a fatti di tale gravità (leggi razziali) non c’é spazio per equidistanze o tecnicismi da azzeccagarbugli: chi non si schiera contro è complice.

Così, dopo la lettura dell’ordinanza, le compagne e i compagni presenti in aula (una decina) hanno aperto uno striscione con scritto: “NO ALLE LEGGI RAZZIALI”.
Le urla “vergogna”, “nazisti”, “fascisti”, “razzisti” ecc hanno sconvolto il clima di assoluta normalità che vorrebbero farci respirare sia dentro che fuori alle aule di quel palazzo. A noi sconvolgono invece le politiche razziste e guerrafondaie che promuovono pogrom contro i rom, retate sui mezzi “pubblici”, ronde nei quartieri, che avvallano sempre di più le aggressioni di stampo squadrista. Politiche utili soltanto ai padroni che così mantengono i lavoratori immigrati in una condizione di estrema ricattabilità e subordinazione.
Le compagne e i compagni sono stati spinti fuori dall’aula da un manipolo di carabinieri ma sono riusciti comunque ad appendere lo striscione davanti al palazzo di giustizia.
Ribadiamo ancora una volta la nostra solidarietà incondizionata a tutti gli sfruttati. Non sarà certo l’arroganza del potere, né tanto meno la successiva identificazione di chi si è ribellato in aula, a fermare la lotta.

CONTRO IL NUOVO PACCHETTO SICUREZZA DEL GOVERNO
FERMIAMO I POGROM CONTRO I ROM E IL NUOVO SQUADRISMO FASCISTA
STOP ALLE LEGGI RAZZIALI
PER L’AUTODIFESA DEGLI IMMIGRATI E DI TUTTE LE REALTA’ COLPITE DALLA VIOLENZA DI STATO
CONTRO GUERRE, SFRUTTAMENTO, POVERTA’ E RAZZISMO
AUTORGANIZZAZIONE E LOTTA
ORA E SEMPRE RESISTENZA!

Milano, venerdì 6 giugno ‘08

http://www.autprol.org/