26/07/2008: Distruggere il pubblico per garantire gli affari! Questa è la filosofia dell’urgentissimo Decreto Legge 112 varato il 25 giugno dal Governo


Con quest’ultimo Decreto Legge il Governo prosegue nella sua opera di demolizione delle strutture pubbliche e di disintegrazione dei diritti di chi vi lavora al fine di velocizzare il trasferimento di servizi e funzioni pubbliche ai privati, spesso amici degli amici.
Il principale artefice di questa operazione è l’attuale ministro Brunetta, che ieri vestiva i panni di consulente di Craxi ed oggi quelli di moralizzatore nella gestione della Pubblica Amministrazione.
Da alcuni mesi è in atto una campagna stampa denigratoria nei confronti dei dipendenti pubblici, presentati come fannulloni e privilegiati, con il preciso scopo di distruggere ogni diritto dei lavoratori e delle lavoratrici e mascherare le vere responsabilità, tutte politiche, sulla lucida e progressiva distruzione della macchina amministrativa e dei servizi elargiti ai cittadini.

Il Decreto prevede un ulteriore riduzione del personale, determinando così il definitivo collasso di uffici e servizi. L’articolo 66, prevede la possibilità di sostituire, tra coloro che sono andati in pensione nell’anno precedente, solo 1 dipendente su 10 (10%) fino al 2009 ed 1 dipendente su 5 nel 2010 e nel 2011, anche attraverso la stabilizzazione del personale assunto tempo determinato.

L’articolo 74 prevede la riduzione del 10% del personale con compiti logistico-strumentali.

L’articolo 49 conferma il ricorso sempre più diffuso delle diverse tipologie di lavoro flessibile. Una sorta di girone dantesco, attraversato a turno da chi non ha alcuna garanzia di reddito, senza sbocchi, dato che mentre si riducono al lumicino le possibilità di stabilizzare i lavoratori precari, s’introduce un tetto massimo di utilizzo di 3 anni negli ultimi 5 del medesimo dipendente.

Articolo 71 Malattia o pena detentiva?
Con questo articolo il Decreto raggiunge il suo apice e qualcuno deve aver confuso le fasce di reperibilità durante la malattia con gli arresti domiciliari. Infatti, per i dipendenti pubblici, la fascia di reperibilità viene ampliata e fissata dalle 8:00 alle 12:00 e dalle 14.00 alle 20:00 (ci concedono addirittura 1 ora d’aria), creando non pochi problemi a chi oltre a dover combattere con la patologia in atto, dovrà fare i salti mortali per fare la spesa, andare in farmacia, dal medico, ecc.
Oltre i 10 giorni di malattia, o alla seconda malattia nel corso dell’anno, la norma prevede una misteriosa certificazione medica rilasciata da una struttura sanitaria pubblica. Recentemente, il Ministero ha finito per ritenere che tale struttura sia identificabile con il proprio medico di base.
In ultimo, questo articolo prevede, con pochissime eccezioni, che sia i periodi di malattia sia la maggior parte dei permessi retribuiti, compresi quelli sindacali, siano esclusi da ogni trattamento di carattere accessorio (indennità, premi, ecc).
Tutte le disposizioni contenute in questo Decreto sono state realizzate in maniera unilaterale, annientando così la contrattazione nazionale e decentrata, anzi lo stesso comma 6 dell’articolo 71 chiarisce con eloquenza “le disposizioni del presente articolo costituiscono norme non derogabili dai contratti o accordo collettivi”, ma ciò che stupisce è l’assordante silenzio di CGIL CISL UIL e company... sarà solo distrazione?

L’ulteriore diminuzione dei salari
Solo pochi mesi fa, quando si trattava di andare a caccia di voti, tutti sembravano aver scoperto che in Italia i salari sono i più bassi d’Europa! Ora che le poltrone sono state occupate cominciano a pervenire le prime risposte a questo problema. Grazie anche al famoso accordo sul costo del lavoro del luglio ’93, sottoscritto da CGIL CISL e UIL, i salari potranno aumentare al massimo dell’1,7 % annuo, ossia ben al di sotto dell’inflazione reale (che secondo le stime più ottimistiche, oggi, si aggira intorno al 3,5 %). Siamo quindi destinati ad impoverirci ulteriormente e con la riforma della contrattazione e secondo quanto disposto dall’art. 69 del DL 112/08, i rinnovi economici saranno triennali e non biennali (cosa significa ciò è evidente, considerando che nell’ultimo rinnovo del CCNL Enti Locali, per l’intero 2006 sono stati previsti 7 € lordi mensili di aumento).
Infine, giusto per sottolineare la professionalità dell’economista Brunetta, dal 2001 al 2007 i contratti del Pubblico Impiego hanno subito un incremento medio del 13,54 % (per gli Enti Locali, che costituiscono il fanalino di coda del Pubblico Impiego, la stima è inferiore) e non del 35% come dichiarato alla stampa dal Ministro!
Visto che è così sicuro dei suoi conti, ma forse ha confuso questo dato con l’aumento del suo personale reddito annuo (decine di volte più elevato di quello prodotto dai nostri “grassi“ stipendi di 1.000 euro al mese), siamo più che disponibili a sacrificare un ridicolo aumento contrattuale dell’1,7 % in cambio della differenza tra l’incremento reale ed il famoso 35% da lui calcolato (con un bell’aumento di 21,46%), o se preferisce Sig Ministro, noi scambieremmo volentieri i nostri corposi salari anche con un solo decimo di quanto porta a casa Lei.

Semplificazione o tutela degli affari?
L’articolo 68 del DL 112/08 abroga alcuni organismi, tra cui il Commissariato per il contrasto della corruzione, e quello per la lotta alla contraffazione, mentre gli articoli 24-25-26-27-28-29-30-38 che vengono presentati come norme di semplificazione degli atti, in realtà più che dei cittadini, si occupano delle imprese a cui viene permessa qualunque operazione. Sicché, un’impresa altamente inquinante potrebbe tranquillamente dichiarare di non costituire alcun rischio, grazie ad un’autocertificazione o alla certificazione di qualche agenzia privata.
Altro che semplificazione, qui si vuole far coincidere le strutture di controllo con le attività da controllare, creando una sorta di zona franca dove contano solo gli affari, mentre la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e della popolazioni viene relegata ad una propaganda ipocrita e falsa. Ovviamente, i tanto sbandierati controlli successivi all’apertura di un’attività, considerato che si smantellano proprio le strutture di controllo, saranno quantitativamente irrisori, se non addirittura utilizzati per colpire quelle realtà che il politico di turno ritiene scomode o nemiche degli amici.
Gli incidenti e le morti sul lavoro, le varie tragedie che devastano territori e abitanti, le operazioni chirurgiche “inutili” pagate con i soldi dei cittadini lombardi ed elargite dalla Regione Lombardia alla Clinica Santa Rita, rappresentano le evidenti conseguenze di norme come queste!

Perché tanto accanimento?
Leggendo queste normative in molti si saranno domandati come mai questo Governo ce l’ha così tanto con i lavoratori ed in special modo con quelli pubblici.
In realtà le risposte sono più semplici di quanto si potrebbe pensare e non centrano certo con la simpatia o l’antipatia di alcuni politicanti verso questa o quella categoria.
L’ulteriore riduzione dei salari delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici e privati, permette di aumentare i profitti delle imprese, incrementando il trasferimento di denari dalle tasche dei poveri a quelle dei ricchi. Non a caso, in Italia, mentre alcuni faticano ad arrivare alla terza settimana del mese, altri si sono abbondantemente arricchiti!
Mentre con la nuova legge Finanziaria si tagliano fondi a Sanità ed Enti Locali, con il DL 112/08 e con la campagna stampa e ad esso associata si cerca di scaricare la responsabilità dello smantellamento e della devastazione dei servizi pubblici che tali scelte produrranno, su presunti dipendenti fannulloni (se all’ospedale non c’è posto la colpa non è della norma che taglia i posti letti, ma della ormai famosa urologa caraibica).
Più i servizi pubblici vengono devastati, più si legittima la progressiva cessione ai privati di funzioni e servizi. Però, nessuno racconta che un servizio esternalizzato costa più di uno gestito direttamente, che aumentano i costi per l’utenza e peggiora la sua qualità. In compenso questa raffica di privatizzazioni ed esternalizzazioni rappresentano un enorme business per le imprese e le pseudo-cooperative legate alle lobby economico-politiche che governano questo paese.
Ecco perché queste sono le uniche operazioni permesse dalle normative e dalle leggi finanziarie. Si racconta che è necessario diminuire la spesa pubblica, ben sapendo che nonostante la progressiva diminuzione del personale tale spesa è notevolmente aumentata, ma la causa di tale incremento risiede proprio nelle costose soluzioni proposte: privatizzazioni, esternalizzazioni ed opere definite pubbliche. Una vecchia tecnica della comunicazione di massa insegna che una cosa falsa se ripetuta più volte alla fine appare come vera e da un Governo che possiede tutti i mezzi televisivi e buona parte della carta stampata, cosa dobbiamo aspettarci

15 luglio 2008
Associazione Lavoratori Cobas-Cub

spartacok@alice.it

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