27/07/2008: Il "boom" dei carcerati iracheni


Si fa un gran parlare dell' "aumento" del numero di soldati americani in Irak, ma poco si parla invece del contemporaneo "aumento" del numero dei detenuti iracheni, che erano già arrivati a circa 51.000 alla fine del 2007. Quattro anni dopo lo scandalo di Abu Ghraib, l'esercito americano d'occupazione tiene in carcere in Irak ancora più detenuti di prima, oltre alle altre migliaia che languiscono nelle orrende prigioni del governo iracheno fantoccio. Il comando americano in Irak tiene i suoi detenuti principalmente in due località: Camp Bucca, un campo carcerario di 40 ettari, e Camp Cropper, situato all'interno della grossa base americana dell'aeroporto di Baghdad. Il numero di iracheni tenuti in carcere in queste due installazioni é andato costantemente aumentando sin dai primi giorni dell'occupazione. Soltanto nel 2007 il loro numero é aumentato del 70%, passando da 14.000 a 24.700.
Camp Bucca, con circa 20.000 detenuti, é forse il campo di internamento più grande del mondo. Esso é organizzato in "comprensorii" di 800 detenuti ciascuno, circondati da recinti e da torri di guardia. Molti detenuti vivono sotto grandi tende comuni, soggette a crollare nelle frequenti tempeste di sabbia della zona. L'acqua é mancata molte volte, e nel deserto la temperatura può essere rovente durante il giorno e siderale durante la notte.
Nell'Ottobre del 2007 il Genio dell'esercito americano firmò un contratto d'appalto destinato a portare la capienza di Camp Bucca da 20 mila a 30 mila detenuti. Tale contratto, avente il dichiarato scopo di rimediare al notorio affollamento del carcere, fa piuttosto pensare che Washington si stia preparando per un numero di detenzioni ancora maggiore in futuro.
Camp Cropper, invece, é costituito da fabbricati più tradizionali formati da blocchi di celle. Fra i suoi detenuti, circa 4.000, vi sono centinaia di giovani. Camp Cropper é un luogo di interrogatorii interminabili, e rinchiude molti detenuti a lungo termine che si lamentano di non vedere mai la luce del giorno. Benché recentemente ampliato, esso continua ad essere sovraffollato, ha un'assistenza medica deficiente, ed é in condizioni miserevoli.
L'esercito americano tiene in galera tutta questa gente in maniera indefinita, senza un mandato d'arresto, senza un'accusa, e senza che i carcerati abbiano la possibilità di difendersi innanzi a un tribunale. Mentre negli Stati Uniti é stata adottata una nuova procedura formale di revisione delle detenzioni che in teoria dovrebbe esaminare su base regolare le condizioni richieste per il rilascio di un detenuto, ai carcerati iracheni questa revisione viene negata, essi non possono discutere le prove presentate a loro carico, e non possono venire correttamente rappresentati da un avvocato. Le loro famiglie vengono informate delle detenzioni solo in modo irregolare, e le visite ai detenuti sono appena possibili in qualche raro caso.
Questa situazione dei detenuti iracheni é in flagrante violazione delle leggi internazionali dei diritti umani. Washington sostiene però che tali coazioni legali non riguardano questi casi perché gli Stati Uniti considerano il loro esercito impegnato in un "conflitto armato internazionale".
Oltre ai detenuti delle carceri americane, ci sono anche i detenuti del governo iracheno, che sono oltre 26 mila. Alcuni di questi sono stati condannati alla reclusione per crimini, ma molti altri vengono tenuti in carcere senza limiti di tempo e senza alcuna accusa. Altri ancora, invece, hanno persino avuto un processo in tribunale, ma pur essendo stati dichiarati innocenti continuano ad essere tenuti in carcere per un tempo indefinito. Molti carcerati, poi, sono stati dichiarati colpevoli in processi che non raggiungevano neppure un livello minimo di legalità. Come le Nazioni Unite hanno concluso in un recente rapporto sull'Irak, "se si vogliono evitare nel paese errori giudiziari macroscopici, si impongono drastici miglioramenti".
Recenti rapporti delle Nazioni Unite hanno anche affermato che le installazioni carcerarie in Irak sono "gravemente sovraffollate" e che presentano "condizioni igieniche e sanitarie terribili". Si diceva inoltre che "giungevano continue notizie di numerose e costanti torture e maltrattamenti di detenuti". Molte detenute di sesso femminile, intervistate da ricercatori delle Nazioni Unite, hanno riferito di oltraggi e violenze sessuali mentre erano nelle carceri della polizia. E' ovvio che il responsabile di questo stato di cose é principalmente il comando americano, data l'influenza determinante che esso esercita sul sistema carcerario iracheno.
Il 13 Febbraio 2008 il Parlamento Iracheno ha approvato una Legge di Amnistia che avrebbe potuto riguardare molte migliaia di carcerati, e anche il comando americano ha recentemente annunciato un programma di rilascio di detenuti. Ma nonostante tuttociò il numero dei detenuti é solo leggermente sceso dal culmine che aveva raggiunto nel Novembre 2007, e date le storie precedenti di supposti rilasci di detenuti, vi é anche ora ben poco da attendersi.

Liberamente tratto da un articolo in
http://www.albasrah.net/pages/mod.php?mod=art&lapage=../en_articles_2008/0508/iraqiresistancereport_italian_180508.htm


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