02/08/2008: Comunicato del Collettivo Lavoratori Comdata sullo sciopero del 16 luglio (+ raccolta materiali)


Il 16 Luglio scorso le lavoratrici e i lavoratori di Comdata hanno aderito massicciamente allo sciopero indetto per una radicale revisione dell'accordo di II livello che l'azienda ha firmato con Cgil e Cisl.
Ricordiamo a tutti gli smemorati che l'adesione non è stato il frutto di un sentimento goliardico dei dipendenti ma una scelta dettata da un dissenso reale e profondo nei confronti di un accordo che già prima dello sciopero era stato rigettato nelle assemblee svoltesi a giugno nelle sedi di Torino e di Ivrea.
Due giorni dopo la FLMU-CUB ha inviato una richiesta alla Direzione aziendale di un incontro per discutere i punti per i quali era stato indetto lo sciopero dello scorso 27 Dicembre. A distanza di più di una settimana NON È GIUNTA ALCUNA RISPOSTA.
“Questo è un brutto segnale” parafrasando la frase dell'a.d. dott. Fiorenzo Codognotto, già... Il fatto che l'azienda non riconosca come controparte una fetta consistente di lavoratori, che ricordiamo nelle sedi di Torino e Ivrea sono la maggioranza!, è proprio un brutto segnale che ci riporta ai tempi dove le aziende sceglievano le controparti con le quali trattare. Ricordiamo che sono passati diversi decenni, fatti di lotte dove i lavoratori hanno conquistato il diritto di organizzarsi in modo indipendente da sindacati corrotti che fanno tutto tranne che difendere gli interessi dei lavoratori.
Come Collettivo proponiamo quindi a tutte le RSU delle sedi di Torino di indire un'assemblea retribuita all'interno dell'azienda dove tutti i dipendenti si confrontano liberamente per esprimere, senza intimidazioni di funzionari sindacali prezzolati, la propria opinione

COLLETTIVO LAVORATORI COMDATA

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Comdata: we dare!
Sciopero nazionale in tutte le sedi, grande successo a Torino e Ivrea.
L'amministratore delegato perde le staffe e ordina la serrata.

L'avevano promesso e l'hanno mantenuto: i lavoratori e le lavoratrici di Comdata, la più grande azienda italiana di call center in outsourcing, hanno incrociato le braccia per tutta la giornata contro l'accordo firmato da direzione aziendale, Cgil e Cisl, che lega il premio di risultato agli incrementi dei ricavi annuali, istituisce maggiore flessibilità oraria, aumenta il controllo a distanza degli operatori ed infine cerca di mettere le mani nelle tasche già semi-vuote dei lavoratori attraverso l'istituzione di una polizza sanitaria integrativa.
Nonostante il boicottaggio di Cgil e Cisl, nonostante le aperte intimidazioni di capi e capetti, la maggioranza dei lavoratori e delle lavoratrici hanno risposto all'appello di FLMU-CUB, COBAS e UIL per la disdetta dell'accordo e la riapertura di un tavolo di trattativa che punti all'ottenimento dei buoni pasto, allo scatto automatico di livello dopo 36 mesi e ad un vero premio di risultato non vincolato al tasso di incremento, ma al totale dei (tanti) profitti fatti dall'azienda.
In particolare, a Torino ed Ivrea, i due presidi organizzati dai Collettivi Lavoratori Comdata (CUB e COBAS) e dalle RSU della UIL hanno visto una massiccia partecipazione. Nella commessa ENI è andato in tilt il numero verde, in quella Vodafone di Ivrea su 400 lavoratori sono entrati in 20, in quella Wind-Infostrada i tempi di attesa sono biblici. In attesa di avere dati più precisi anche dalle altre sedi, la certezza di aver centrato il risultato è stata resa evidente dall'atteggiamento dell'amministratore delegato di Comdata, Lorenzo Codognotto. Presente a Torino, il numero uno dell'azienda ha dato in escandescenza apostrofando i lavoratori con un bel "fuori dai c.....!". Ma gli scioperanti, per niente intimiditi si sono a quel punto posizionati fuori dalla porta aziendale, occupando tutto il marciapiede antistante, ricordando al sig. Codognotto che quello è suolo pubblico e non proprietà di Comdata. A quel punto è stato dato l'ordine di chiudere le porte, impedendo quindi a tutti (anche ai crumiri!) di entrare per lavorare. Il presidio è continuato partecipato e rumoroso, dando un segnale inequivocabile all'azienda e ai sindacati compiacenti: quell'accordo va ritirato subito!

16/07/2008

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NON PASSA L'ACCORDO IN COMDATA

Non è passato l'ipotesi di accordo sulla trattazione di secondo livello che cgil-cisl (la uil non ha firmato) hanno in data odierna sottoposto ai lavoratori comdata della sede di Torino. Eppure la giornata per i funzionari confederali calati in azienda era cominciata sotto i migliori auspici: infatti la prima delle tre assemblee approvava la piattaforma ma con un risultato tutt'altro che unanime il 40% diceva no (si 66 no 46). Nelle altre due restanti assemblee il ribaltone si avverava. Una schiacciante maggioranza si esprimeva per la bocciatura senza appello dell'ipotesi di accordo: nell'ultima assemblea i sì si fermavano a 17 mentre i no raggiungevano quota 52. Adesso l'accordo verrà proposto alle altre sedi sparse nel resto del paese, ma il segnale che viene da Torino è importante in quanto in questa città l'azienda ha deciso di fare il suo polo principale.

L'accordo firmato la scorsa settimana da cgil-cisl e azienda mirava a definire una serie materie di contrattazione di secondo livello tra le quali il premio di risultato, l'inquadramento, l'orario di lavoro multi-periodale, refezione e sistema integrativo. Durante le assemblee nonostante i tentativi di indorare la pillola da parte di cgil-cisl i lavoratori non abboccavano al concetto 'questo era il miglior accordo che si potesse strappare' e piano piano hanno cominciato ad incalzare i funzionari burocrati mettendo in evidenza i punti critici dell'ipotesi di accordo. In particolare numerosi interventi hanno messo in rilievo: il discrimine che l'accordo attua nei confronti di chi si ammala per più di sette giorni all'anno ai quali in proporzione verrà scalato l'eventuale premio di risultato, l'incitamento ad una produzione sempre maggiore per raggiungere il livello minimo al di sotto del quale non scatta il premio di risultato, i permessi che non contemplano quelli per studio. Particolarmente stizzoso il comportamento di cgil-cisl nei confronti dei lavoratori che facevano notare come i sindacati avessero indetto lo sciopero dello scorso 27 dicembre con una precisa piattaforma (istituzione, buoni pasto, premio di risultato, passaggio automatico al quarto livello dopo il 36esimo mese di contratto). Nonostante ciò, dimostrando scarso senso del ridicolo, si lanciavano in una sperticata quanto stucchevole difesa dell'azienda rivendicando il fatto che l'ipotesi di accordo prevede un esborso per comdata di 12 milioni di euro (comdata nel 2007 ne ha fatturati 250!). Alla fine a forza di insistere con concetti ultimativi del tipo se non passa cade il mondo (il lapsus aveva qualcosa di freudiano probabilmente si riferiva al loro mondo lontano anni luce dalle problematiche e dai reali bisogni dei lavoratori!) l'ipotesi d'accordo non passava con buona pace dei sindacati.

Questi pensavano di venire a fare una passeggiata magari cavandosela con qualche pacca e rassicurazione di stampo paternalistico ma non hanno fatto i conti con la determinazione dei lavoratori che autonomamente hanno dimostrato che nessuno meglio dei lavoratori stessi è in grado di difendere i propri interessi.

4/6/2008
COLLETTIVO LAVORATORI COMDATA
FLMU CUB - settore TLC Torino

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PREMIO DI RISULTATO: MENO SOLDI PER TUTTI

Il 17 marzo il Sole24Ore ha pubblicato un articolo nel quale dichiarava che le 655 aziende di outsourcing presenti nel nostro paese realizzeranno per il 2008 la bellezza di 1 miliardo di euro di ricavi. La Comdata ha realizzato dal 2005 anno in cui si è insediata qui a Torino, un vero e proprio boom del suo fatturato passando dai 78 milioni di euro del 2005 ai 200 milioni dell'anno appena trascorso.
I sindacati confederali hanno sbandierato come conquista l'accordo raggiunto per la stabilizzazione a tempo indeterminato dei posti di lavoro dopo 36 mesi di servizio.
Hanno invece taciuto che, alla base di questo accordo, ci sono le 'norme aggiuntive' alla Finanziaria 2007 che permettono sostanziali sgravi fiscali per le aziende che trasformano in tal senso i contratti di lavoro (art 1 comma 266 legge Finanziaria 2007). Altro che conquista sindacale…
Mentre noi percepiamo stipendi da fame, altri si arricchiscono a scapito del nostro lavoro: prendere sempre più chiamate, vendere prodotti, evadere un numero sempre maggiore di pratiche, questa è la sola unica ed incessante parola d'ordine alla quale siamo costretti ad obbedire in nome del bene comune. Ma di quale bene comune stiamo parlando? qua si sta facendo il bene di una sola parte, che non è quella di chi lavora in produzione.
La piattaforma presentata nello scorso dicembre (premio di produzione, passaggio automatico al 4° livello dopo 36 mesi, istituzione dei buoni pasto) è stata rigettata dall'azienda. Visto la significativa adesione allo sciopero (a Torino è stata del 60%), l'azienda è stata costretta a riaprire le trattative. Dalle assemblee che si sono svolte lo scorso marzo è chiaro a tutti che i sindacati confederali hanno preparato l'accordo bidone, nonostante almeno due delle tre assemblee avevano diffidato le rsu dal proseguire la trattativa su di una simile ipotesi. Dei tre punti proposti, il passaggio al quarto livello e l'istituzione dei buoni pasto sono stati eliminati. E' rimasto sul tavolo della trattativa solo il premio di risultato che, secondo la proposta dell'azienda, non sarà calcolato in base agli utili ma sarebbe la risultante tra produttività, qualità (formazione) e utili calcolati commessa per commessa.
Questo accordo discrimina:
* i tempi determinati non in forza all’azienda alle date di scadenza del calcolo dei premi di risultato..
* gli studenti che usufruiscano dei permessi studio previsti dal Contratto nazionale
* le mamme lavoratrici che subiranno la modificazione dell’orario lavorativo in senso multi-periodale
* chi usufruisce di mutua per più di sette giorni all’anno

Non ci vuole molto a capire che questa proposta non è che la definitiva resa alle richieste di chi ci vuole spremere come dei limoni per continuare a garantirsi questi esorbitanti profitti. Si vuole innescare una frenetica corsa per trasformare il tuo collega di lavoro nel tuo avversario/rivale da battere ad ogni costo.
Non è difficile immaginare che, in questo quadro, si moltiplicheranno i controlli ai danni dei lavoratori, aumenteranno i fattori di rischio legati alla salute come stress, insonnia, depressioni ecc...

È ORA DI DIRE BASTA!
DISTRIBUIAMO GLI UTILI DELL’AZIENDA TRA I LAVORATORI
INTRODUCIAMO I BUONI PASTO PER COMBATTERE IL CARO VITA
STABILIAMO MECCANISMI AUTOMATICI CHE GARANTISCANO I PASSAGGI DI LIVELLO
OGGI VOTA NO ALL’ACCORDO BIDONE

3/6/2008
COLLETTIVO LAVORATORI COMDATA

autonomia@hotmail.it

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