15/10/2008: Germania: manifestazione contro il carcere d’espulsione di Eisenhüttenstadt


Un profugo senza documenti validi fermato dalla polizia federale nei 30 km della striscia di confine a sud dell’isola Usedom e a nord di Zittau, viene chiuso nella galera d’espulsione di Eisenhuettenstadt. Questo tipo di galera da tante persone, nella Rft è percepito come il luogo di asilo politico in cui sono in vigore le misure più inumane.
Le persone che hanno cercato riparo e sicurezza in Germania o arrivate qui con la speranza di una vita migliore, possono rimanere arrestate anche 18 mesi, e questo senza aver commesso nessun reato! Il carcere d’espulsione è unicamente e soltanto un mezzo per logorare le e i migranti, per umiliarli e scoraggiarli. La gran parte delle persone finite in queste galere all’inizio ne rimangono scioccate, poiché quasi nessuna di loro prima era stata in galera. Il timore dell’espulsione nel paese d’origine mischiata all’attesa inerme senza sapere quel che accade ha quasi sempre gravi conseguenze: mal di testa, incubi, insonnia, stato ansioso e disperazione.
Pensiero rivolto al suicidio, tentato suicidio, autolesionismo e sciopero della fame nelle galere d’espulsione non sono una rarità. Anche nel carcere d’espulsione di Eisenhüttenstadt esiste una simile situazione. La quotidianità composta dalla paura, dall’incertezza, dall’incomprensione, dall’assenza di movimento, dalla noia e dalla malinconia richiede tanta autodisciplina e capacità di resistenza per non perdersi o crollare. La persona arrestata non arrendevole e calma o che coscientemente si contrappone viene legata al letto di contenzione nella “cella tranquillante”, come viene chiamata a Eisenhüttenstadt. Una disposizione legale riguardo al tempo cui una persona può essere tenuta legata non c’è. Ad Eisenhüttenstadt una persona è stata tenuta legata al letto contenzione anche 23 ore - il tempo più lungo finora conosciuto.
Contro questa situazione la Lega d’azione antirazzista, sotto la parola d’ordine “Another Break in the Wall” contro l’espulsione e l’emarginazione razzista, ha organizzato il 13 settembre una manifestazione proprio ad Eisenhüttenstadt alla quale hanno preso parte circa 70 persone. Varie organizzazioni ci avevano detto che la città non era pronta a mettere a disposizione spazi per una simile mobilitazione, ma lo spazio lo abbiamo trovato, Ci siamo messi davanti all’ingresso del centro di accoglienza per chi richiede asilo, in questo modo la manifestazione, attraverso gli interventi al microfono, con gli striscioni… è immediatamente entrata in contatto con gli abitanti. Poi la manifestazione si è spostata dietro il carcere d’espulsione in un punto in cui partecipanti alla manifestazione e persone arrestate hanno potuto vedersi. Qui sono stati letti messaggi in più lingue (serbo-croato, russo, arabo, francese e inglese). Le parole, la musica hanno superato il reticolato e altri sbarramenti, unendo direttamente chi era in galera e chi fuori. Ed insieme sono anche state lanciate parole d’ordine contro il razzismo, la torutura, l’espulsione…
Uno di noi è stato preso alle spalle dagli sbirri e arrestato.

Alfred Simbabwe 14 settembre 2008
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