20/11/2008: Torino - Gli alberi costano... ma il cemento di più!!!


Corre l'anno 2008, nella Torino dove le fabbriche chiudono e migliaia di persone sono costrette a fare i conti con: cassa-integrazione, licenziamenti, sfratti e precariato... nella città di oggi il comune non ha più soldi. Le casse sono vuote. Dopo i numerosi fallimenti e una cronica e conclamata incapacità nel gestire il patrimonio pubblico si arriva al collasso. Tutto cio' si deve alla necessità di mantenere un sistema basato sul profitto. Il profitto che si crea producendo ad arte falsi bisogni. Gli esempi sono molti. Primo fra tutti le olimpiadi, che avrebbero dovuto rilanciare la Torino che smetteva l'abito industriale per indossare i panni di città terziaria: basata cioè sui servizi ed il turismo, e che invece hanno lasciato in eredità enormi debiti. Debiti che si sommano alle strutture come Atrium, il PalaFuksas o l'Oval del Lingotto assolutamente inutilizzate e che sono costate miliardi. Progetti come la TAV che attraverserà sia la val Susa sia Torino sventrandole, per far passare dei treni inutili e nocivi. Si aggiunge a questo già drammatico quadro la finanza creativa, i famosi DERIVATI FINANZIARI, cioè l'utilizzo del denaro pubblico comunale per speculazioni rivelatesi assolutamente fallimentari. E allora dato che si deve chiudere il bilancio con alcune voci in attivo, si arriva alla svendita di massa di immobili, con tanto di comunicato:

“La Giunta ha inviato alla discussione del Consiglio Comunale la proposta di alienazione con asta pubblica di 7 tra immobili e terreni, distribuiti in varie parti della città: la scelta di utilizzare l’asta pubblica è stata fatta nella CONVINZIONE CHE SIA PIU' SEMPLICE, VISTA LA CRISI FINANZIARIA, alienare separatamente gli immobili invece che attribuirli al fondo immobiliare (a suo tempo costituito per valorizzare e dimettere immobili del Comune) che dovrebbe in questo modo farsi carico dell’acquisizione in un’unica soluzione di un notevole valore. Anche le caratteristiche delle costruzioni e dei terreni, che non hanno particolare valore storico o artistico, non sono tali da renderne prioritaria l’attribuzione al fondo e la valorizzazione. Andranno all’asta il complesso di corso Spezia angolo via Bizzozero (ex Borello e Maffiotto) con prezzo a base d’asta di 10 milioni ed 80 mila euro, una palazzina di due piani in via Riberi 6 all’angolo con via Gaudenzio Ferrari per la quale si parte da 2 milioni e 200 mila euro, una ex scuola di via Baltimora 91 con 4570 metri quadri di terreno con base d’asta a 6 milioni e 300 mila euro, la ex Caserma dei Vigili del Fuoco di corso XI Febbraio all’angolo con corso Regina Margherita (fabbricato a tre piani con 2500 metri quadrati di terreno) con prezzo iniziale fissato in 8 milioni e 600 mila euro, un terreno di 920 mq in via Medici 121 (un milione di euro) ed un altro di 430 mq all’incrocio tra via Capelli e via Servais (450 mila euro) ed infine la ex sede della Polizia Municipale di corso Chieri 19, due piani con giardino circostante per la quale di parte da 570 mila euro. Con successivi provvedimenti saranno approvate le LE VARIANTI URBANISTICHE NECESSARIE A “SDEMANIALIZZARE” le strutture di corso Chieri, via Baltimora e via Medici, destinate dal PRG ad USO PUBBLICO. A carico di coloro che si aggiudicheranno l’asta saranno i lavori di manutenzione e le eventuali bonifiche.”
tratto dal sito www.comune.torino.it

Nel documento si legge inoltre che per il comune è necessario rendere edificabili alcune aree verdi, che ovviamente non creano profitto, “SDEMANIALIZZANDOLE” e svendere gli immobili invece che inserirli in un fondo immobiliare pubblico (creato ad hoc) che avrebbe il compito di valorizzarli.
A tutto cio' si contrappone la volontà di un gruppo di persone che da 9 mesi a questa parte ha deciso di liberare dai vincoli borghesi dello sfruttamento e del guadagno una delle tante strutture comunali abbandonate. Da 9 mesi si è accesa la Boccia che è uno squat, cioè una casa che vive grazie solo alle energie profuse da chi la frequenta. LA BOCCIA VALE DI PIU' DI UNA SOMMA DI DENARO, QUALUNQUE ESSA SIA. Alla Boccia si condividono spazi, idee ed esperienze di vita. Alla Boccia non circola denaro. Tutte le attività si svolgono grazie alla collaborazione. Attraverso la partecipazione individuale di persone che amano mettersi in gioco. Ci sono stati dibattiti, feste, teatro, rassegne cinematografiche senza alcuna mercificazione di sorta. Per molti la Boccia rappresenta la logica continuazione dell'esperienza di autogestione precedente che li' già esisteva. Due parole vanno dette anche su Leotta, che da 38 anni era il custode del luogo e grazie al quale IL GIARDINO DELLA BOCCIA PER ANNI E' STATO UN'OASI DI VERDE E SPAZIO LIBERO PER GIOCARE E CRESCERE SENZA DIVIETI. L'occupazione della Boccia è nata per donare ancora più libertà al luogo e traghettarlo verso un futuro libertario e meno opprimente. Molte persone sia della zona sia semplici passanti si sono fermati alla Boccia apprezzandola e solidarizzando con gli occupanti.
Tutto cio' ora è minacciato dai biechi interessi di persone di plastica, le cui uniche virtù sono rappresentate dalla capacità di fare loschi affari milionari. E per raggiungere i loro scopi utilizzano la truffa, aggirano le leggi, calpestano le idee e le persone a loro avverse, il tutto per ingrassare i propri portafogli. Martedì prossimo in via Saccarelli n° 18 presso la sede della circoscrizione 4 si voterà il passaggio catastale dell'area verde di via Giacomo Medici n° 121, da area verde ad area R2 cioè edificabile. Quindi si procederà alla svendita di tutto il lotto (base d'asta 1 milione di euro). Basteranno due timbri e qualche firma compiacente per avere del cemento al posto degli alberi. Un bel palazzo di 10 piani con annesso supermercato dove prima c'era un giardino...

NO ALLE SPECULAZONI !!!
LA BOCCIA NON SI TOCCA !!!


http://www.autprol.org/