30/11/2008: Iraq: Bbc; nelle carceri sovraffollamento e condizioni terribili


Le carceri irachene sono sovraffollate, e i detenuti vivono in condizioni terribili. Non è propriamente una novità, ma questa volta a sollevare l’attenzione sul problema è la Bbc, il cui corrispondente a Baghdad è riuscito a visitare la prigione di Rusafa, dove ha potuto constatare che circa 150 detenuti stavano in una stanza grande quanto un’aula scolastica.
Non solo, molti di loro sono in carcere senza che nei loro confronti siano state ancora formulate accuse specifiche, perché il sistema giudiziario iracheno non ce la fa a smaltire tutti i casi che dovrebbe esaminare.
Andrew North, questo il nome del giornalista, è stato accompagnato a visitare la prigione di Rusafa, che si trova nella parte est della capitale irachena, da funzionari del ministero degli Interni di Baghdad, dopo aver chiesto di verificare di persona le accuse di torture e abusi nelle carceri che circolano da molto tempo.
È la prima volta che in un carcere iracheno vengono fatti entrare media stranieri, dall’invasione Usa del marzo 2003, sottolinea l’emittente britannica. Il quadro che si è presentato al reporter conferma cose che erano già state riferite, ma questa volta c’è un filmato a documentarle.
North sottolinea che in un primo momento non è riuscito a rendersi conto di quanti prigionieri ci fossero nelle celle: sui letti a castello in ferro c’erano arrampicate dalle quattro alle cinque persone. Altre persino sotto, sul pavimento. Tre bagni e una doccia, dietro una tenda, servono per più di 100 persone. Altri dettagli sono venuti fuori dai detenuti, con i quali il giornalista dice di aver potuto parlare liberamente, senza che le conversazioni venissero monitorate. Uno di loro ha definito le condizioni nella struttura "terribili", dicendo, ad esempio, che non hanno quasi mai la possibilità di uscire dalle celle, in quanto nel carcere manca un’area adibita a questo scopo. E non è tutto. "Ci sono alcuni che dormono accanto ai bagni. Alcuni stanno in piedi in modo che altri possano dormire", ha detto il detenuto.
"Dobbiamo fare i turni per lavarci, una volta ogni tre giorni", ha spiegato un altro. Alcuni prigionieri hanno riferito di essere stati picchiati al momento dell’arresto, ma il problema principale che emerge è quello del grave sovraffollamento, sottolinea il giornalista. Al ministero degli Interni ne ammettono l’esistenza, ma dicono che dipende dal fatto che negli ultimi anni le condizioni della sicurezza hanno portato all’arresto di migliaia di persone, fra cui sospetti insorti accusati di gravi reati. Molte di esse, riferisce North, aspettano mesi, e anche anni prima di sapere se sono accusate di qualcosa - e di cosa - perché il sistema giudiziario iracheno non riesce a tenere il passo con gli arresti.
Una situazione che potrebbe peggiorare, e di molto, sottolinea il corrispondente della Bbc, se il Parlamento iracheno approverà l’accordo cosiddetto di "sicurezza" firmato da Washington e Baghdad, che prevede, fra l’altro, che tutti i detenuti iracheni (circa 16.000) attualmente in custodia degli americani vengano trasferiti al sistema giudiziario iracheno perché ne esamini i casi e decida il da farsi.

di Ornella Sangiovanni
Osservatorio Iraq, 26 novembre 2008

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