12/12/2008: 9/12, Cagliari: La polizia carica migranti, antirazzisti e studenti


Da un mese a questa parte gruppi di migranti cui è stato riconosciuto il diritto di asilo ricevono i documenti e vengono immediatamente estromessi dall'hotel-prigione 4 torri (Setar) o dal CPA di Elmas dove sono stati deportati da Lampedusa dal Maggio 2008 in poi.
Dopo essere stati trattenuti in stato di totale indigenza e con divieto di lavoro per 5-6 mesi vengono buttati in mezzo ad una strada senza avere le risorse per proseguire il loro viaggio (ben pochi di loro si trattengono in Sardegna) e neppure per sopravvivere.
Alcune di queste persone deportate in Sardegna e poi abbandonate in stato di indigenza hanno trovato ospitalità provvisoria presso strutture di proprietà di religiosi, i più sono riusciti ad ottenere un piccolo prestito da parenti e amici e sono partiti, ma il numero di coloro che sono bloccati a Cagliari senza risorse è in continuo aumento.
È un fatto strutturale, le autorità considerano la Sardegna un luogo particolarmente adatto per la deportazione di profughi di guerra e richiedenti asilo, perché dall'isola è difficile allontanarsi, quindi la scelta di abbandonare queste persone prive di risorse è strategica e non accidentale.
Per questo i militanti antirazzisti hanno affrontato la situazione cercando di costruire lotte assieme ai migranti, per porre fine alle deportazioni e perché le autorità responsabili fornissero loro i mezzi per proseguire il viaggio o per inserirsi dignitosamente nell'isola, se lo vogliono.
Oggi, esasperati per la loro condizione, una decina di migranti si sono recati in prefettura con due militanti antirazzisti che facevano loro da interpreti.
Qualche giorno fa gli era stato riconosciuto il diritto di asilo, e da allora si trovano in mezzo ad una strada. La loro intenzione era appunto quella di chiedere alle autorità di risolvere una situazione da loro stesse creata, e perciò alle 11 di mattina si sono presentati nell'androne del palazzo viceregio, dove hanno chiesto di parlare col prefetto.
Dopo vari tentativi di convincerli a rivolgersi altrove, la loro istanza è stata inoltrata al prefetto, che ha mandato a dire, come prevedibile, che non era affar suo e che si rifiutava di incontrarli.
A questo punto i migranti vengono invitati a lasciare la prefettura ma si rifiutano di allontanarsi senza prima aver incontrato il prefetto.
Gli antirazzisti sono con loro.
Dopo una mezzora al nugolo di agenti Digos si aggiunge un reparto antisommossa con alla testa il vice Gargiulo. Subito dopo un nutrito gruppo di antirazzisti e di studenti occupanti la vicina università arrivano a rafforzare il presidio. Rapidamente uno striscione viene preparato ed esposto: “Basta deportazioni – Dignità per i rifugiati”.
Altri migranti si aggiungono, sino a riempire completamente l'androne della prefettura.
A questo punto, il vice Gargiulo si allontana per pochi minuti e al ritorno sostiene di aver parlato col prefetto e pretende che le persone presenti si allontanino ma ancora una volta i migranti si rifiutano e antirazzisti e studenti con loro. A un cenno del vice gli antisommossa calzano il casco e imbracciano scudo e manganello, l'ultimatum del vice è seguito da un ostinato silenzio.
La prima spinta degli antisommossa non smuove il blocco compatto dei manifestanti, che controspingono con energia guadagnando qualche posizione. Vista la mala parata, per risolvere la situazione, gli antisommossa incominciano a manganellare tutti selvaggiamente. Solo in questo modo riescono a respingere i manifestanti all'esterno, chiudendosi dietro il portone.
In questa fase si contano diversi contusi. A una manifestante che cercava di ripararsi è stato fratturato un braccio con una manganellata.
Il fronteggiamento è proseguito all'esterno sino a tarda sera e il presidio è stato fortemente rafforzato dalle numerose persone accorse alla notizia della carica, circa 150 persone si sono raccolte per sostenere la lotta dei migranti.
I più impressionati e furenti per quanto accaduto erano proprio i profughi. L'immagine idealizzata “dell'occidente democratico” che si portano dietro non comprendeva evidentemente queste forme ottuse di violenza poliziesca. Hanno reagito con rabbia, offese taglienti e lazzi diretti ai poliziotti, e con canti che antirazzisti e studenti contano di farsi insegnare al più presto.
In tarda serata la consigliera regionale Caligaris ha tentato una mediazione: dopo aver ribadito l'impotenza della prefettura, raccogliendo cori di proteste tra i manifestanti, si è azzardata a dire che la regione potrebbe forse coprire almeno le spese di viaggio dei migranti.
Su questa promessa i migranti hanno deciso di togliere il presidio di fronte alla prefettura, pronti a riprenderlo il giorno dopo se le promesse non saranno mantenute.

CONTRO OGNI FRONTIERA
PER LA LIBERA CIRCOLAZIONE DI OGNUNO DOVUNQUE

BASTA DEPORTAZIONI - DIGNITA' PER I RIFUGIATI
Migranti, Antirazzisti e Studenti uniti nella Lotta

No border Sardegna

Da http://www.informa-azione.info

http://www.autprol.org/