23/01/2009: FPLP: La nostra posizione sul "cessate il fuoco", sulla 'tregua' e sulle armi della resistenza


Il 18 gennaio 2009, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP) ha ribadito la propria posizione sul cosiddetto "cessate il fuoco", sostenendo di aver accolto col massimo rispetto la decisione dei nostri fratelli e delle nostre sorelle nella resistenza di dichiarare un "cessate il fuoco" di una settimana col nemico. Dal momento che oggi condividiamo con tutto il nostro popolo la dichiarazione di vittoria, vogliamo ripetere il nostro rifiuto di qualsiasi "cessate il fuoco" e della politica della cosiddetta "tregua".
Ci siamo continuamente opposti alla politica della "tregua", perché rappresenta un'opportunità ed un'ulteriore falsa giustificazione a favore di Israele per attaccare il nostro popolo e per aumentare la pressione sulla resistenza da parte di tutte le forze appartenenti al campo del nemico - non solo gli assalti delle forze armate israeliane, ma anche le pressioni politiche e gli attacchi dei regimi arabi, dell'Unione Europea, degli Stati Uniti e del cosiddetto "Quartetto".
La "tregua" diviene per la resistenza una trappola che dovremmo sempre cercare di evitare, poiché l'occupazione stessa è un atto di aggressione. Il nostro popolo ha il diritto di resistere, in qualità di popolo sotto occupazione, e se la resistenza può prendere decisioni sulla tattica con cui condurre la nostra lotta, non possiamo permettere che le scelte e le deliberazioni divengano un'arma nelle mani del nostro nemico.
Reparti delle forze di terra del nemico sono ancora a Gaza e l'assedio non ha avuto termine, né abbiamo ottenuto l'apertura dei confini, in particolare del valico di Rafah. Il nemico non ha dichiarato la fine dell'assedio navale e le sue forze aeree continuano ad invadere i nostri cieli, nel tentativo di suscitare paura e terrore tra la nostra gente che già ha pagato con oltre 1.300 martiri e oltre 5.000 feriti nelle ultime tre settimane, cui si aggiungono le distruzioni di più di 4.000 case, di interi quartieri e di molte delle nostre infrastrutture civili a Gaza. I confini non sono stati aperti e a tutti i valichi, soprattutto a quello di Rafah, beni e merci diretti alla nostra popolazione sono in attesa che ci siano le condizioni per un trasporto sicuro.
Il nemico sta cercando di raggiungere con mezzi politici ciò che non è arrivato ad ottenere con le armi. Non è riuscito, malgrado la sua politica della terra bruciata e i massacri, ad eliminare la nostra resistenza o a schiacciare la fermezza del nostro popolo. Ora sta provando a coprire il suo fallimento con l'accordo Livni-Rice con gli Stati Uniti - un accordo che non è degno nemmeno della carta sui cui è scritto.
L'FPLP con la propria posizione sta rendendo chiaro che il nostro popolo e la nostra resistenza non abbandoneranno i nostri diritti o le nostre armi e che quest'ultima aggressione sta solamente rafforzando la nostra determinazione a costruire la nostra opposizione e le capacità delle nostre forze.
Inoltre, il summit di Sharm el-Sheikh tra stati europei ed alcuni regimi arabi rappresenta una minaccia per tutto il mondo arabo ed è un simbolo del tentativo di far rivivere il colonialismo nel mondo arabo.
"Monitoraggio" dei confini egizio-palestinesi significa solo che non c'è sovranità nel mondo arabo, né in Egitto né a Gaza, e che queste potenze coloniali e le loro forze stanno facendo ritorno nella nostra regione. La sovranità è una questione dirimente, che divide un popolo ed una nazione libere da uno che è sotto gli stivali del colonialismo e dell'occupazione. L'utilizzo dell'espressione "contrabbando di armi" è un altro metodo per trasformare la nostra causa nazionale in una "questione di sicurezza" ed un tentativo di togliere legittimità alle armi della resistenza del nostro popolo sotto occupazione. Il diritto di un popolo che patisce l'occupazione di resistere in tutti i modi, inclusa la lotta armata, è un diritto fondamentale ed inviolabile, e non permetteremo che i nostri diritti siano liquidati attraverso le parole d'ordine della "sicurezza" o della "stabilità".
L'FPLP è impegnato sul campo di battaglia con i nostri fratelli e le nostre sorelle di tutte le organizzazioni della resistenza dall'inizio dell'aggressione, il 27 dicembre 2008. Abbiamo condiviso e continuiamo a condividere il pane e i proiettili con l'obiettivo di combattere il nostro comune crudele nemico sionista e coloro che lo spalleggiano.
L'FPLP è stato il primo a lanciare un missile contro le forze del nemico in quest'aggressione e saremo sulle linee del fronte inseguendo il nemico fino a che non si sarà ritirato dall'ultimo centimetro della Striscia di Gaza.

Gloria ai martiri!
Vittoria alla resistenza!
Lunga vita al popolo palestinese ed alla nazione araba!
Lunga vita alla lotta ed alla solidarietà internazionali!

19 gennaio 2009
Tratto da: http://www.pflp.ps/english/
Traduzione a cura del Collettivo Autorganizzato Universitario - Napoli

http://www.autprol.org/