07/03/2009: Lettera dal carcere di Vigevano


Compagne e compagni, vi scrivo questa lettera per dirvi quanto importante è stata la vostra presenza sotto il carcere-lager di Vigevano.
Tutta la sezione “AS” insieme a me (unica del circuito EIV) ha fatto sentire la sua complicità con i discorsi fatti al microfono. E’ stato un risveglio degli animi che ha colmato di felicità il cuore di tutele prigioniere e di tutti i prigionieri.
A me, anche se con qualche minaccia dell’ispettore, non sono riusciti a soffocare e/o reprimere la mia complicità, felicità e completo supporto che mi avete portato.
C’è stata una buona partecipazione da parte di tutte le ragazze della sezione, molte delle quali, da quanto erano pigliate bene, vi hanno urlato di rimanere ancora e di tornare a portare un barlume di speranza, di sostegno nei confronti di chi si sente abbandonata sola a se stessa all’interno di queste mura.
Come ho già scritto, 2-3 settimane fa è morta una ragazza, l’hanno ammazzata… un sovradosaggio di calmanti e metadone (era una tossicodipendente, l’hanno fatta tacere per sempre. Un’altra morte da carcere, una delle tante su cui non si dice nulla, che viene soffocata.
Con la pubblicazione delle lettere si può dare una voce a tutte le detenute e a tutti i detenuti morti in queste maledette strutture. Ammazzati dallo stato che fomenta i suoi luoghi punitivi, di distruzione.
Qua le condizioni, rispetto a Verona, sono delle peggiori: sovraffollamento. Fino a poco tempo fa c’erano detenute che per mancanza di posti dormivano con il materasso a terra. Le celle sono da 2 posti letto. Il cibo è scadente e malsano (quindi per chi non ha soldi – la maggioranza delle prigioniere – si deve arrangiare con la spazzatura del carrello); assistenza …parola inesistente e secondo me è anche insensato usarla in certi posti. Da quel che vi ho detto, a questi assassini basta somministrare farmaci per calmare – quindi non curare. Se non sei tu a chiedere di essere mandata in ospedale, per loro puoi pure crepare qua dentro! E questa è una delle tante infamità che si riscontrano in ogni penitenziario.
I prodotti sulla lista della spesa sono aumentati di nuovo, mentre il contentino che danno alle sfruttate sul lavoro, è diminuito, ancora più basso di quel che già è!
Per quanto riguarda me, sono stata spostata in cella doppia, sono con un’altra ragazza, visto che di celle libere e di posti non ce ne sono più! (altrimenti, come prevede il circuito EIV, mi avrebbero lasciata sola). Continuo, comunque, pur facendo le varie attività con le detenute “AS”, ad essere scortata ad ogni mio spostamento da sovrintendenti e ispettore, perquisita fisicamente e, ogni tanto (quando c’è abbastanza personale con la voglia di lavorare), viene perquisita anche la cella.
Il mio morale è sempre alto e fermo e più sento le diverse storie di ogni detenuta, più sale l’odio verso quei maledetti che dettano leggi e continuano a proteggerle in maniera sempre più dura e salata.
La presenza e il sostegno di chi sta fuori aiuta a rinforzare gli animi di chi è rinchiuso da anni senza più nessuno all’esterno. Con questa mia lettera porto i sinceri saluti di tutte le detenute e la sempre giusta critica al sistema carcerario che continua a mietere vittime all’insaputa dei più.

22 febbraio 2009
Contro lo stato, contro il carcere, Madda

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