05/04/2009: Considerazioni sulle mobilitazioni contro l'ergastolo (Claudio Lavazza)


Mi sembra che il fatto di valutare la mobilitazione “come un avvenimento che non è stato altro che un primo passo” è dovuto alla mancanza di esperienza su temi così delicati come il carcere.
Ottenere qualcosa che possa andare a vantaggio dei prigionieri in tempi come quelli che stiamo vivendo è quasi impossibile, necessita di molto più tempo e impegno, oltre che della comprensione che non tutta le guerre si possono vincere, ma che bisogna comunque tentare di vincere alcune battaglie.
Il mio giudizio è positivo, anche se fosse stato un solo prigioniero a lottare, invece siamo stati molti di più, 43, niente male, dato che alcuni non ci davano alcun credito per questa mobilitazione.
Abbiamo saputo approfittare di un'opportunità che ci offrivano gli ergastolani in lotta, identificandoci con loro perchè tutti sapessero che stiamo nelle stesse o in peggiori condizioni.
Molti non ci credevano, fino a quando sono iniziati a circolare scritti che si riferivano a diverse situazioni penali dei paesi dell'Unione Europea... molti di quelli a cui mi riferisco, non erano solamente prigionieri, ma anche persone fuori.
Se non ci fosse stata la mobilitazione, questi non sarebbero mai stati informati della durezza che contraddistingue attualmente il Codice Penale spagnolo. In questo modo abbiamo fatto pubblicità alla nostra disperata situazione e di conseguenza a quella degli ergastolani in Italia.
Altro fattore positivo e importante che abbaimo conseguito, è stato quello di mettere sul tavolo, come un cugno in una fessura, un argomento che i politici avrebbero peferito tenere sotto silenzio...c'è stata una vera e propria offensiva pubblicitaria per otenere consensi e gettare nel fuoco i più deboli...cioè i prigionieri.
E' cosa certa, che se taciamo di fronte alle ingiustizie il sistema pensa, e a ragione, che ci stiamo adeguando al trattamento ricevuto e così, ci gettano più ossa. Ritengo che queste mobilitazioni per quano piccole, hanno messo un freno alle intenzioni reazionarie che intendevano richiedere il riconoscimento costituzionale dell'ergastolo anche qui in Spagna.
La repressione non è attiva solamente contro chi attacca il sistema, ma anche contro chi crea dibattiti e iniziative di lotta che possono stimolare potenziali ribelli, per questa ragione sono così meticolosi nel reprimere e punire la minima iniziativa. Quando il sistema ha paura di ciò che può nascere, reagisce con aggressività.
Da qui incoraggiamo tutti quelli che sono stati coinvolti nella mobilitazione contro l'ergastlo, li incoraggiamo a continuare ad andare avanti, con la certezza che perseverando nel nostro percorso, qualcosa otterremo!
Sarei abbastanza soddisfatto, nonostante gli scarsi risultati, se la nostra lotta fosse servita a che in futuro si manifesti l'impegno e l'entusiasmo dei molti collettivi, associazioni e organizzazioni che hanno fatto orecchie da mercante davanti alle nostre rivendicazioni!

Claudio
29 marzo 2009
Teixeiro, A Coruña

da www.informa-azione.info

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