17/04/2009: TRENITALIA: IL "MASSACRO" DEI RLS, UN'INGIUSTIZIA CHE CI RIGUARDA TUTTI


Cari, sento il dovere di informarvi di ciò che sta accadendo nelle FS ad altri delegati alla sicurezza perché è un tema che ci riguarda tutti.
Trenitalia, dopo avermi licenziato il giorno di ferragosto 2008, ha continuato senza ostacoli nella sua opera di neutralizzazione dell'attività sindacale dei Responsabili dei Lavoraori per la Sicurezza (RLS) così come riportato sommariamente qui di seguito.
Oltre a tutti gli atti minori ed ai soprusi di cui sono vittime quotidianamente i delegati che entrano, "fisiologicamente" e legittimamente, in attrito con l'azienda, vi sono alcuni fatti gravi che è fondamentale siano conosciuti dai ferrovieri e dall'opinione pubblica perché occorre richiamare alle proprie responsabilità chi ha cariche
sindacali e politiche, ricopre incarichi istituzionali di tutela dei lavoratori, è addetto agli Organismi di vigilanza e la magistratura. Non è possibile consentire a una azienda, di pianificare ed attuare impunemente e nel silenzio sindacale un disegno strategico di annientamento dei delegati alla sicurezza e di intimidazione nei confronti di tutti gli altri lavoratori. Se non riusciamo a difenderli saremo tutti sempre più calpestati e umiliati.
Quello che sta succedendo dentro le FS, ed in particolare a macchinisti e capitreno, è scandaloso e ci chiama tutti ad una doverosa reazione organizzata, se vogliamo essere coerenti con quei principi di solidarietà, di giustizia sociale e di civiltà giuridica che tutti invochiamo quando parliamo di salute e sicurezza sul lavoro. Non possiamo continuare a tenere la testa sotto la sabbia e a far finta di non vedere quanto succede nella nostra azienda, oggi, paradossalmente, (o forse proprio perché) guidata da un ex sindacalista.
I RLS non possono e non vogliono essere né eroi né martiri, ma cittadini-lavoratori che per impegno e passione civile si dedicano al miglioramento delle condizioni di lavoro e al rispetto delle norme per tutelare al meglio l'integrità fisica e morale dei ferrovieri e dei viaggiatori che sono con noi. Ma alla sola condizione che questo ruolo sia riconosciuto, supportato ed eventualmente tutelato dalle Istituzioni. Se deve essere l'azienda a “cancellarci”con l'umiliazione e l'ansia derivante dalle minacce e dalle ritorsioni, forse sarebbe meno cruento e più onesto farlo per legge con un emendamento che abroghi la figura del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. Sono però convinto che come ferrovieri, se sapremo essere uniti, respingeremo queste violenze e costringeremo la dirigenza a portare più rispetto, per la salute nostra e di chi viaggia con noi, per la Legge e per la dignità di chi lavora e produce ricchezza per tutti.

Dante De Angelis

***

Roberto Santi, RLS, macchinista, segretario regionale del sindacato FAST Ferrovie, anch'egli della mia stessa "unità produttiva" del trasporto passeggeri (quella degli espressi, intercity, ETR e dell'alta velocità), diretta dall'avvocato Martino Antonio Rizzo, ha subito, il 14 dicembre scorso, dopo le molte sanzioni disciplinari degli anni scorsi, un vero e proprio atto intimidatorio quando, dopo aver criticato pubblicamente il progetto macchinista unico, in presenza dell'AD Mauro Moretti, è stato distolto, dopo 25 anni e senza alcuna motivazione, dalla guida degli ETR per essere destinato ai treni espressi ed intercity.
Nello scorso febbraio lo stesso Roberto Santi, ha ricevuto addirittura una diffida formale con minaccia di azioni legali, a firma del capo del personale, Gervasio Galiena, lo stesso che firma i licenziamenti, per aver scritto ad alcuni parlamentari una lettera sui temi delle vertenze in corso nelle FS.
Ancora, il 25 marzo, Santi ha ricevuto una pesante contestazione disciplinare per avere sollevato la questione degli equipaggi treno formati da soli apprendisti. A seguito del colloquio, previsto dal procedimento disciplinare, tenuto con i massimi dirigenti delle FS, e della sanzione che ha subito, Roberto ha deciso di abbandonare l'attività sindacale sulla sicurezza rassegnando le dimissioni da RLS e ha disattivato il sito web www.santirls.it che aveva rappresentato, assieme ad altri simili, un ottimo strumento di informazione sindacale sui temi della sicurezza ferroviaria.
A Firenze, sempre nell'Unità produttiva di Martino Antonio Rizzo, Trenitalia non vuole riconoscere il capotreno, David Leoni, come RLS subentrante alla collega Elisa Batucci, dimessasi già da qualche mese.
David in questi mesi ha pure ottenuto una sorta di conferma a grande maggioranza dai compagni di lavoro. L'ostracismo aziendale contro David si è spinto fino a richiamare con lettera formale l'altro RLS, Maurizio Giuntini, che aveva firmato assieme a David alcune lettere e addirittura a richiedere alla RSU la "nomina" del RLS in luogo dell'elezione, quasi che volesse scegliere essa stessa il nuovo RLS. E' dell'8 aprile, infine, una vera e propria diffida aziendale a David che avrebbe "osato" scrivere al datore di lavoro e all'Agenzia per la sicurezza ferroviaria qualificandosi come RLS.
A Napoli, ancora alla divisione passeggeri e ETR, il problema è stato risolto in anticipo dal RLS, il macchinista Giovanni Savoia, che il 27 febbraio 2009 si è dimesso spontaneamente.
A Milano, il RLS e macchinista, Alessandro Pellegatta ha subito una pesante sanzione disciplinare per la vertenza contro il macchinista unico; l'azienda si è accanita, per contrastare la sua difesa, trascinandolo in Tribunale a Roma, con gli ulteriori oneri e i disagi conseguenti.
A Sulmona (AQ) il macchinista Ruggero D'Acchille, sta faticando per essere riconosciuto quale RLS, in modo analogo a David Leoni, in compenso l'azienda gli ha già comminato, per una sorta di benvenuto una sanzione disciplinare di 10 giorni di sospensione a seguito delle sue segnalazioni in materia di sicurezza.
Questo elenco è stilato sulla base dei fatti più recenti ed è certamente incompleto.

http://www.autprol.org/