10/09/2009: Corso Brunelleschi: una rivolta immaginaria


Avremmo voluto raccontarvi la storia di un tentativo di evasione dal Cie di corso Brunelleschi a Torino. Così come avremmo voluto raccontarvi la storia di un pugno in faccia sferrato da un fuggiasco a un Alpino di guardia al Centro. Avremmo voluto, eccome, ma abbiamo chiamato dentro e siamo costretti a smentire le notizie de La Stampa. Pare proprio che la storia dell’evasione sia una bufala, per quanto versosimile di questi tempi, inventata di sana pianta dai militari o dalla Questura per giustificare un violento pestaggio da parte degli Alpini - ed è il primo caso documentato di violenza alpina all’interno di corso Brunelleschi - nei confronti di una quindicina di reclusi, esasperati dall’attesa della “terapia”, dagli insulti e dai maltrattamenti. E, ovviamente, tra militari e poliziotti c’era pure un crocerossino, di sicuro un “operatore precario che, nell’assolvere il suo compito, lotta per mantenere pubblica e civile l’assistenza a tutte le persone in difficoltà“: infatti è stato lui a portare i manganelli agli Alpini, evidentemente in difficoltà. E inoltre, è sicuramente vero che “lo spirito che anima gli operatori Cri non è certo quello dei carcerieri”. Infatti il giorno dopo il pestaggio gli Alpini hanno chiesto scusa, il crocerossino invece no.

Ascolta una conversazione con uno dei reclusi pestati di corso Brunelleschi su:
http://www.autistici.org/macerie/?p=19213


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A proposito di crocerossini precari e sindacalizzati leggi il comunicato della Cgil-Funzione Pubblica:

COMUNICATO STAMPA
NON SI SPARA SULLA CROCE ROSSA
Nella serata di ieri un gruppetto di sedicenti anarchici ha occupato la sede della Croce Rossa Italiana di Torino, per contestare la funzione di assistenza svolta dalla CRI presso i Centri di Identificazione ed Espulsione (ex CPT).
Essere contro la politica razzista e xenofoba del Governo, non può in alcun modo porre sotto accusa l’opera degli operatori della Croce Rossa che, in condizioni difficilissime, garantiscono l’assistenza sanitaria alle centinaia di esseri umani rinchiusi, in condizioni insopportabili, in centri che sono sempre più simili a campi di concentramento.
Vale solo la pena di ricordare che gli operatori della Croce Rossa non appartengono ad alcun corpo militare in armi. Al contrario, per la maggior parte, sono operatori precari che, nell’assolvere il loro compito, lottano per mantenere pubblica e civile l’assistenza a tutte le persone in difficoltà. Del resto basti ricordare la funzione umanitaria che la CRI svolge in situazioni di frontiera, come Lampedusa, per comprendere che lo spirito che anima gli operatori CRI non è certo quello dei carcerieri di Guantanamo.
La Funzione Pubblica della CGIL, nel condannare l’occupazione della sede della CRI di Torino, esprime agli operatori ed alla Croce Rossa, la propria piena solidarietà.

Torino, 9 settembre 2009

ilsalasso@gmail.com

http://www.autprol.org/