02/11/2009: Solidarietà ad Axel, Oliver e Florian


Come a Berlino e in altre città ieri sera ha avuto luogo anche ad Amburgo una manifestazione di solidarietà con i compagni Axel, Oliver e Florian condannati rispettivamente a 3 e 3 anni e mezzo di carcere per aver tentato, nel 2007, di incendiare tre camion della Bundeswehr [Bw, forze armate] e per appartenenza ai “gruppi militanti”.
L’appello alla manifestazione é stato lanciato da PRP [Project Revolutionaere Perspektive] e altri gruppi fra i quali Sinistra Socialista, Avanti e Rote Szene di Amburgo. All’appuntamento fissato per le 19 alla stazione metropolitana Sternschanzen sono arrivate 200 persone. La pioggia battente forse è stata causa della ridotta partecipazione. In ogni caso chi era lì si è trovato d’accordo ad esprimere in modo aperto il rifiuto della condanna, così è nata una manifestazione spontanea che ha colto di sorpresa la polizia presente con tutti i suoi mezzi.
Per 45 minuti il corteo ha percorso il quartiere Schanzen, diversi sono stati gli interventi al megafono uniti alle parole d’ordine contro la repressione.
Sempre in relazione alla condanna di Berlino a Erfurt nella notte del 18 febbraio sono stati incendiati due mezzi della DHL per il suo impegno in guerra a sostegno della Bundeswehr.

Volantino diffuso da Rote Szene durante la manifestazione:

La Bundeswehr nelle scuole.
La Germania conduce la guerra. Da quando nel 1995 in Jugoslavia sono state lanciate la prime bombe dai jet della NATO, la Bundeswehr fino ad oggi ha continuamente preso parte agli interventi di guerra. Il punto più alto dell’impegno della Bw finora si è verificato in Afghanistan. Ciò che i politici con piacere definiscono “robusta assicurazione della pace” si manifesta nel quotidiano delle donne e degli uomini a servizio delle forze armate con l’uccidere e nell’essere uccise-i.
Per lo stato tedesco le forze armate attive sono irrinunciabili. Le forze armate assicurano risorse all’economia tedesca in tutte le regioni di questo mondo. Come sempre i pirati e le guerre civili mettono in pericolo i mercati e le vie commerciali, le quali, per la Germania e i suoi alleati NATO, sono irrinunciabili. La sofferenza delle persone sui fronti di guerra spesso serve come pretesto per giustificare l’intervento delle forze armate. Come ogni altra iniziativa della Germania sul piano internazionale, anche l’impiego della Bw è finalizzato innannzitutto al profitto delle imprese tedesche e dei loro partners.
Per portare a termine questi compiti la Bw ha bisogno di personale sempre più competente e ben formato. Bw cura perciò la propria immagine con più attenzione dei più serii datori di lavoro che offrono posti orientati alla carriera. Questa autorappresentazione della Bw la espone ad un forte impegno anche nelle scuole. Qui organizza gite negli aeroporti militari, diffonde materiale informativo e sul mercato del lavoro si presenta come il datore di lavoro più attivo.
Dato che in Germania Bw è socialmente poco accettata, essa cerca di trovare consenso presso i giovani. In questo modo sempre più compiti vengono assegnati alle forze armate nel campo delle alte capacità logistiche e tecniche. Se Bw non riesce a prepararsi per risolvere questi compiti futuri, l’economia tedesca minaccia di cadere indietro nella concorrenza internazionale.
Bw adopera con cura i moderni mezzi di comunicazione per riuscire a motivare le giovani generazioni. Le foto dei cadaveri di bambini storpiati o di carri armati incendiati, che appartengono al quotidiano della guerra in Afghanistan, è impossibile trovarle nei volantini e negli opuscoli diffusi dalle forze armate. Vengono invece mostrate foto di donne e uomini sorridenti che compiono il loro servizio in uniformi sgargianti e in un’atmosfera amichevole. Che questo servizio comprenda l’uccisione diretta di persone o la preparazione logistica di queste uccisioni, viene conseguentemente taciuto. Le università aprono alla Bw con diverse agevolazioni e facilitazioni finanziarie per rendere appetitosi esami finalizzati ad una carriera nella stessa.
Se vogliamo contrastare attivamente questa strisciante militarizzazione della scuola e della formazione, connessa all’intera società, non riusciamo ad evitare uno scontro altrettanto impegnato con l’orientamento al profitto della Germania. Per dirla con le parole di Karl Liebknecht: “Siamo antimilitaristi come anticapitalisti”.
I condannati nel processo ai “gruppi militanti” hanno assunto direttamente questo impegno e conseguentemente hanno iniziato a dar fuoco ai mezzi della Bw. I metodi impiegati dalla BKA (la polizia federale “antiterrorismo”) per indagare su questi attacchi, chiariscono come lo stato reagisce aggressivamente quando la sua potenza militare viene mitigata. Un antimilitarismo attivo non può dunque confidare sul benvolere dello stato, deve far forza su un modello in contrasto con i rapporti dominanti. Fino a quando il profitto si trova al primo posto, anche le forze armate dello stato vengono esattamente impiegate per questo scopo.

Fuori la Bundeswehr dalle scuole!
Solidarietà a Axel, Florian e Oliver e alla resistenza antimilitarista!
Essere attivi contro il militarismo significa essere attivi contro il capitalismo!

Project Revolutionaere Perspektive, 17 ottobre 2009
da de.indymedia.org/2009/10/263650.shtml

http://www.autprol.org/