09/12/2009: Comunicato dal carcere di Verona-Montorio sull’arresto di due antifascisti a Verona


All’alba del 17 novembre la Digos ha arrestato due antifascisti a Verona. L’accusa è di aver aggredito con “premeditazione” un noto antifascista di Forza Nuova che anni prima era stato l’autore del vigliacco accoltellamento dei due antifascisti, aggrediti, con un’altra trentina di “coraggiosi” camerati, a Volto S. Luca, mentre erano in compagnia di tre compagne. Uno dei due riportò 150 punti di sutura per l’accoltellamento, addirittura una delle compagne fu pestata brutalmente, in dieci contro lei da sola. A distanza di anni - dopo un processo farsa in cui gli avvocati dell’accusa e della difesa, con la compiacenza del pm, pensavano solo alla spartizione di denaro da spillare agli accusati e ai compagni - l’accoltellatore non fece neppure un’ora di galera. Ad oggi non ha ancora subito alcun processo. I due antifascisti arrestati sono noti compagni che hanno dedicato la vita alle lotte sociali, all’antirazzismo e all’antifascismo.
Che i fascisti fossero infami, utili alla Digos e alla magistratura è risaputo. Ma il “lavoro” che sta a monte degli arresti, fatto dalla questura scaligera e dal pm, è palesemente lontano dal voler punire chi ha osato rispondere con una “strapazzata” alle provocazioni di un fascista, complice di quasi tutte le azioni violente dei camerati veronesi. E’ UN PROCESSO POLITICO! Un’azione organizzata e mirata a fermare l’antifascismo, che, praticamente inesistente in passato a Verona, da qualche tempo ha cominciato ad organizzarsi, ad essere praticato anche in questa famigerata città. Una città profondamente razzista e xenofoba dove per decenni leghisti, fascisti e razzisti vari, hanno potuto godere di ogni impunità, inserirsi, come un cancro, in ogni istituzione e settore della vita sociale, arrivando all’omicidio di Nicola Tommasoli, dopo una scia di sangue durata anni. Una città storicamente partecipe delle peggiori stragi fasciste del passato organizzate dallo stato e dai servizi segreti.
Il pm ha dichiarato che i due prigionieri antifascisti sono persone “ pericolose socialmente”, dedite alla violenza per fini politici e che si sono sostituiti per “vendetta” alla “giustizia” dello stato, della polizia, della “società civile”. Ma di quale GIUSTIZIA parla il pm? Quella di uno stato che ammazza donne e bambini in guerre imperialiste per il profitto? O della “giustizia” della polizia che ammazza di botte innocenti in questura? Oppure della “giustizia” dello stato che sfrutta e ammazza ogni giorno lavoratori in fabbrica e sui posti di lavoro? Di quale GIUSTIZIA E’ IL GARANTE? E, nella società borghese neoliberista in cui viviamo quotidianamente i drammatici meccanismi di povertà ed esclusione, i “violenti” sarebbero questi due compagni arrestati?
L’ipocrisia e la meschinità arrogante del pm e del giudice delle indagini preliminari (che ha accolto le sue tesi con “sacro furore”) è intollerabile e ben visibile. L’immoralità e la disumanità interessata rendono “deformi” gli animi di questi guardiani del sistema economico e sociale vigente. Facendoli capaci di usare il loro potere per combattere e tentare di distruggere chiunque cerchi di costruire una giustizia libera, non fondata sullo sfruttamento e sulla sofferenza degli uomini su altri uomini. La GIUSTIZIA di cui blaterano è la VIOLENZA di pochi sulla vita di tanti, TROPPI!
La stampa e i media, totalmente asserviti al sistema, si sono immediatamente attivati, collaborando con questura e magistrati nel creare il “mostro” mediatico, nel violentare la vita di familiari e amici dei due compagni, nel riprendere una foto delle “belve in catene” fuori dall’aula del tribunale, in cui però ai familiari era vietato entrare e avere notizie dei due prigionieri. La meschinità e la malafede di questi pennivendoli è lampante a chiunque sia vicino e conosca l’attività e la vita di questi due antifascisti.
Il carcere in cui sono stati rinchiusi i due è indicativo del concetto di violenza e GIUSTIZIA del pm, del G.I.P. e dello stato loro sovrano, che sia gestito da destra o da sinistra. Un lager fatiscente in cui il riscaldamento è scarso, i muri hanno muffa e acqua, celle costruite per uno o due detenuti sono usate per stiparne quattro o cinque. L’igiene è inesistente, scarafaggi e sanitari da vomito. Assistenza sanitaria inconsistente. In passato uno dei compagni ha avuto un intervento cardiaco e si trova tuttora sotto stretta assistenza medica e farmacologia; ebbene, con il benestare del pm, per giorni non ha ricevuto i medicinali di cui ha assoluto bisogno, ricevendoli, poi, sbagliati. Malattie come epatite, HIV, pidocchi, ecc. sono presenti in tutte le sezioni. Il cibo è scarso per sfamare un adulto e, con il benestare dell’on, Giovanardi, è di una qualità così nauseante che addirittura vengono buttati via bancali interi di cibo appena arrivati perché marci e andati a male.
Il carcere è una discarica umana in cui gli individui che non producono e non sottostanno alle regole della classe sociale egemone, in una società asservita alla borghesia, vengono privati di ogni libertà elementare. Fatti vivere peggio delle bestie, nella continua sopraffazione compiuta dalle guardie in divisa.
RIFIUTIAMO questo processo politico all’antifascismo e tutti i suoi attori e comparse che recitano la loro grottesca commedia!
RIFIUTIAMO l’accusa di essere “pericolosi socialmente”: chi è realmente pericoloso per la società è a piede libero, ricco, porta la celtica e ha il potere di disporre della vita degli altri!
Oggi come ieri l’antifascismo è GIUSTO E NECESSARIO in Italia, come in ogni luogo dove si soffre il rigurgito nazista e l’assenza di libertà. Come già accaduto nella nostra storia, i fascismi si possono e si devono sconfiggere. Saremo sempre al fianco dei popoli, degli individui, dei gruppi e realtà che, di fronte all’ingiustizia non voltano lo sguardo per omologarsi facilmente, ma decidono di organizzarsi e dichiarar “guerra” alla tirannia che soffoca le loro vite.

AL FIANCO DI TUTTI I DETENUTI IN LOTTA !
AL FIANCO DI TUTTI I RIVOLUZIONARI PRIGIONIERI E LIBERI!
PER L’ANTIFASCISMO MILITANTE!

Un prigioniero antifascista
3/12/2009

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