13/03/2010: Comunicato di alcuni detenuti del carcere di Sollicciano (Firenze)


È inutile ripetere che in tutte le carceri d’Italia la situazione dei detenuti continua a essere disperata: a causa del sovraffollamento, della qualità scadente del cibo, per i prezzi dei prodotti in vendita che sono non di poco più alti che all’esterno e soltanto i più economicamente fortunati si possono permettere di acquistarli. Per la mancanza di attività, per la mancanza di lavoro che può permetterti una minima entrata visto che ci sono persone che non si possono permettere nemmeno una busta e un francobollo e che troppo spesso c’è chi addirittura per disperazione protesta autolesionandosi, tagliandosi le vene, ingoiando lamette, detersivi per ottenere questo maledetto lavoro interno. Per non parlare poi di tutti i casi di suicidio.
Insomma la disperazione è tanta e a volte non bastano per descriverla neanche interi libri. urliamo la nostra disperazione ma non siamo qui soltanto perché vogliamo abbellire le nostre gabbie, perché il nostro desiderio più forte è quello della libertà. Di guardare il cielo e il sole senza che questo sia macchiato dall’ombra delle sbarre.
In questo periodo nel carcere di Sollicciano come se non bastavano già tutti i problemi da novembre più sezioni sono costrette a farsi la doccia solo tre volte la settimana e anche in quel momento con l’acqua fredda. Questo fatto è stata la goccia che ha fatto traboccare il bicchiere scatenando, ieri sera 3 marzo, una protesta spontanea, una battitura generale che è durata circa un’ora.

Da alcuni detenuti del carcere di Sollicciano

Si è saputo che dopo la protesta i detenuti hanno ottenuto l’acqua calda e l’inizio del lavori per aggiustare le docce della sezione nella quale erano rotte da tempo e i cui detenuti dovevano spostarsi per andarla a fare in un’altra.

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