Piattaforma del 19 giugno 1999

1. I firmatari di questa piattaforma sono tutti e tutte, dei militanti rivoluzionari, comunisti, anarchici, antifascisti o antimperialisti detenuti nelle prigioni della borghesia imperialista per la loro attività politica e/o politico-militare. Al di là delle loro divergenze politiche ed ideologiche, essi intendono costituire una comunità di lotta dentro e contro le carceri imperialiste, ed essi sperano che queste iniziative trovi riscontro nelle forze all’esterno delle carceri. La solidarietà è un’arma !

2. I firmatari constatano che le ragioni che li hanno spinti a lottare contro la borghesia imperialista, i suoi stati, le sue alleanze, le sue frazioni nazionali, i suoi compradores, le sue forze armate e poliziesche, ecc., lungi dall’essere sparite, sono più che mai imperanti. Mai prima d’ora l’ingiustizia, la miseria e l’oppressione hanno regnato fino a questo punto dominando sull’umanità. Le leggi dell’economia di mercato spingono ogni giorno di più i popoli del mondo nel la miseria. La negazione dei diritti nazionali di numerosi popoli, il razzismo, il sessismo e la devastazione dell’ecosistema contribuiscono a questo annientamento complessivo dell’umanità per il profitto di un pugno di benestanti. Ribellarsi è giusto !

3. I firmatari riaffermano con questa piattaforma la loro adesione alla causa dei popoli ad alla lotta contro l’oppressione e lo sfruttamento. Che l’organizzazione alla quale essi appartenevano al momento del loro arresto esista ancora o no, essi confermano la legittimità della sua lotta. Al di là di tutte le divergenze possibili di strategie e di tattica, al di là di tutte le discussioni sull’opportunità di questa o quella forma di lotta in questo o in quel momento, i firmatari affermano che il ricorso alla violenza è legittimo quando è rivolto contro lo sfruttamento e l’oppressione, per la liberazione sociale e popolare, per la conquista di una società giusta e fraterna : ” Più giustizia, più pace ! ”

4. Di conseguenza, i firmatari rifiutano e denunciano ogni ricatto del tipo ” liberazione in cambio del pentimento ”, ” liberazione in cambio della dissociazione ”, ” liberazione in cambio del la collaborazione ”, ecc. I firmatari possono avere uno sguardo critico della loro esperienza militante, ma questo sguardo critico non riguarda e non deve riguardare altri se non il movimento di liberazione sociale e popolare. Né pentimento, né capitolazione !

5. I firmatari hanno tutti avuto il sostegno dall’esterno, da una solidarietà attiva nei loro rispettivi paesi e persino al di fuori di questi. Essi fanno appello a tutte le forze e a tutte le persone solidali affinché prendano atto della comunità di lotta che essi costituiscono, a riflettere (rispecchiare) questa comunità di lotta nella propria attività di sostegno, a sviluppare la cooperazione e l’unità con loro. Di fendere uno di noi, vuol dire difenderci tutti ! Attaccare uno di noi, vuol dire attaccarci tutti !