14/04/2003: Cronache di lotte, resistenza e vittorie operaie


Mentre una guerra di aggressione contro la popolazione, gli operai e i lavoratori Irakeni, si sta consumando in questi giorni, da parte dei padroni e dei loro governi imperialisti, continua la guerra dei padroni contro gli operai di tutto il mondo.
Qui di seguito riportiamo stralci di notizie che riguardano gli scontri tra operai e padroni in diverse parti del mondo, e in particolar modo tratteremo di vittorie operaie.
Vittorie forse momentanee, ma significative, perché danno forza, speranza ed esempio agli altri operai che si battono contro i loro padroni. Sforzarsi di comunicare, veicolare queste ‘buone notizie’ è fondamentale per gli operai.

Belgio. Aprile ’03. Gli operai del settore tessile rompono la tregua salariale.

Depité, il direttore della fabbrica Febeltex (una delle quattro fabbriche in lotta da diverso tempo) ha dichiarato dopo la firma dell’accordo con i sindacati: “ E’ un accordo che costa caro è che noi abbiamo dovuto concedere sotto la pressione dello sciopero”.
Di certo l’aumento salariale raggiunto non è un risultato spettacolare. Sono sei franchi di aumento, ma gli operai e i delegati del tessile sono fieri di averlo raggiunto.
L’azione di lotta, che doveva rilanciare le trattative, era cominciato con uno sciopero piuttosto simbolico di 24 ore. Lo sciopero simbolico si è trasformato presto, davanti a un padronato particolarmente aggressivo, in un confronto duro. Come nel 1995, i padroni sono dovuti battere in ritirata.
Molti padroni, nei giorni degli scioperi e dei picchetti, avevano telefonato giornalmente ai loro operai, supplicandoli di andare a lavorare e minacciandoli contemporaneamente di licenziarli. A tutto questo gli operai hanno opposto un rifiuto categorico. Allora i padroni si sono rivolti ai tribunali per far multare gli scioperanti delle fabbriche in lotta (Contrai, Ypres, Balta, Concordia, DWI, Beaulieu e altre fabbriche), che non volevano far passare quelli che volevano recarsi al lavoro.
Questa minaccia è rimasta solo una minaccia, in quanto i delegati presenti nelle fabbriche la situazione agli operai e i non-scioperanti hanno rifiutato di rompere i picchetti di sciopero.
Questo sciopero può aprire delle prospettive incoraggianti per il lavoro sindacale nel settore. Numerosi delegati- tra cui molti giovani- hanno organizzato per la prima volta uno sciopero in condizioni difficili. Molte piccole fabbriche tessili con questo sciopero hanno ripreso fiato con questa azione sindacale. Davanti ai loro padroni, centinaia di delegati hanno mostrato che dispongono di una forza sindacale reale e che hanno osato di usarla. Questo sarà una necessità assoluta per i mesi che verranno, nel settore tessile e negli altri settori.

Fabbrica Umicore. Belgio, 8 aprile ’03. Vittoria per il delegato Marc Dewachter.

Nel verdetto del 2 aprile scorso, il giudice del tribunale del lavoro di Anversa, ha totalmente sconfessato la direzione di Umicore. Marc Dewachter, non ha infranto alcun regolamento sulla sicurezza in fabbrica, il 23 agosto scorso. Cosa che gli aveva procurato il licenziamento. Di fatto queste ‘norme sulla sicurezza’ nella fabbrica non esistevano semplicemente. In questo modo, il giudice ha detto che tutto l’incidente costituisce una provocazione per sbarazzarsi di un delegato ingombrante.
IL due aprile, giorno della sentenza, c’era stato uno sciopero nella fabbrica Umidore e una manifestazione di operai a sostegno del delegato dell’Fgtb.
All’udienza erano presenti delegazioni di solidarietà delle fabbriche Opel, Cgsp, Secta, Fina. I dirigenti nazionali dei sindacati hanno cercato di ‘sabotare’ questa azione di solidarietà, mandando su tutte le furie gli operai, i delegati e i delegati provinciali delle medesime strutture sindacali.
La direzione di Umicore non molla. Gli operai e gli impiegati della fabbrica Umidore, dopo la sentenza favorevole a Marc Dewachter, hanno gioito di felicità. Anche perché dopo sette mesi di regime repressivo da parte della direzione aziendale, questa con la sentenza ora morde la polvere. Ma la battaglia continua perché la stessa direzione venerdi 11 ha di ‘nuovo’ licenziato il delegato. Con un comunicato stampa ha dichiarato che “ la direzione rispetta la sentenza, ma questo non significa che la direzione è obbligata a reintegrare la persona concernente”.
Gli operai, lunedi prossimo, se la direzione non si rimangerà la decisione, fermeranno la produzione. Gli operai sono indignati. Essi dicono “ che questa gente crede di fare tutto quello che gli pare. Si mettono sopra al legge. Un altro operaio della fabbrica afferma che “ ieri, due colleghi hanno ricevuto una sanzione di mezz’ora per avere prolungato la pausa di riposo. Io spero che i sindacati ci sosterranno nelle nostre opposizioni a questo genere di pratiche”. “Questa è una dichiarazione di guerra, ma noi combatteremo”. Con questo spirito e questa tenacia, la lotta non può che intensificarsi.

Argentina. 8 aprile: Vittoria operaia alla fabbrica Zanon.

La Zanon, una delle fabbriche storiche del movimento degli operai delle fabbriche argentine occupate in questi ultimi due anni, per ristrutturarle e produrre sotto il controllo operaio, sta subendo un attacco da parte dei padroni e delle forze governative, per far sloggiare gli operai e per far rimpossessare ai padroni dell’azienda. In difesa degli operai della Zanon, il giorno 8 aprile è stato indetto uno sciopero della zona di Neuquén , da parte del sindacato Cta al quale hanno dato il loro appoggio proletari della zona, operai di altre fabbriche . Nell’anno e mezzo di occupazione (ricordiamo che in Argentina, per la crisi finanziaria-economica sono fallite centinaia di fabbriche e che almeno più di un centinaio di esse sono state occupate dagli operai e dal proletariato disoccupato) la fabbrica Zanon ha dato lavoro a 310 operai, che prendono un salario mensile di 800 pesos. I padroni vorrebbero la fabbrica, con una pianta organica di 60 operai con un salario di 300 pesos !!!
Questa la dice lunga sull’importanza che hanno le fabbriche come la Zanon, che sotto il controllo operaio della produzione riescono a dare agli operai e alla popolazione ridotta alla fame un minimo di reddito e di mezzi materiali per vivere; tutto il contrario dei padroni che licenziano, falliscono, e poi cercano di riprendersi la fabbrica.
Con la Zanon , come per Sasetru, Renault, Brukman, Tdo, per esempio la cosa non è riuscita.
Quel giorno 8 aprile, con il corteo che portava solidarietà fin sotto i cancelli della fabbrica, e che si incontrava con gli operai della Zanon che nella notte erano rientrati in fabbrica. Alle 10 del mattino, dopo il corteo, più di 2000 operai, disoccupati, proletari si sono ritrovati nel piazzale della fabbrica. Tutti aspettavano impazienti i sindaci il giudice Norma Pozzi aveva autorizzato a entrare in fabbrica.
L’assemblea operaia stava respingendo la ‘restaurazione’ padronale ed era disposta a resistere allo sgombero della fabbrica.
Di fronte alla crescente mobilitazione, il governatore Sobisch è stato obbligato a bloccare l’invio della polizia. Passato mezzogiorno, la delegazione padronale fu ricevuta da un cordone di operai della Zanon, con dietro altre centinaia di ‘piqueteros’.
Così in Neuequen, l’otto aprile si è sviluppata una giornata di grande solidarietà, unità operaia e di lotta contro il governo e i padroni, per la definitiva espropriazione della fabbrica Zanon, in mano agli operai.

Roma, 13 aprile ‘03

Operai Contro-aslo roma
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